Casa delle Donne, deciso lo sgombero
La Polizia deve eseguire l'ordinanza di sequestro emesso dall'autorità giudiziaria, ma c’è resistenza
L'intervento di Rita Rossa (Pd). Un po' di storia e un po' di polemica
ALESSANDRIA – Sullo sgombero della casa delle donne di piazzetta Monserrato, avvenuto ieri ad Alessandria, interviene anche l’ex sindaco Rita Rossa, ora capogruppo del Pd.
“Che lo spazio dell’ex asilo Monserrato sia luogo di relazioni e socialità è opinione condivisa – scrive la Rossa – L’esperienza educativa svolta in passato in quel luogo, per le caratteristiche inclusive e multiculturali che aveva, ha rappresentato una esigenza sentita in quel quartiere. A ben ricordare chi oggi grida, indignandosi, negli anni in cui il Monserrato era luogo di accoglienza non celava fastidio per l’attività svolta da quelle religiose troppo aperte, a loro dire. Quando la casa madre di Torino decise di chiudere, in molti, impegnati in quegli anni nella realizzazione di spazi urbani di integrazione sociale, tentarono di difendere quell’esperienza”.
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La consigliera aggiunge: “Da poco, in Alessandria, muovevano i passi Casa di Quartiere e altre realtà; ricordo quelle svolte dal dottor Mario Ivaldi e molte altre iniziative ancora oggi vitali, come, ad esempio, la 24 ore di Basket, che erano orientate al sostegno dell’asilo Monserrato. Tante e tanti provarono a chiedere un ripensamento. Io stessa mi recai presso la casa madre ma fu tutto inutile”.
Poi l’accenno polemico: “Non ricordo che, in quel tempo, la Lega e gli esponenti dell’allora destra fossero impegnati nella stessa battaglia. Ricordare storia e contesto in cui accadono gli eventi è fondamentale per capire. Sarà anche uno sforzo, che a molti apparirà inutile, ma è necessario. Per questo, immagino, quel contenitore ancora oggi è orientato ad una vocazione sociale. Per questo il Sindaco difende questa attitudine. E sempre per gli stessi motivi la destra lo ostacola pur avendone sostenuto le finalità quando l’ex assessore Lumiera ricevette le attiviste e le firme raccolte. Lo sfondo delle elezioni pare interessare più alla destra da questo punto di vista. Non capisco, se non alla luce del clima elettorale (a questo proposito ricordo che protagonista della vicenda è la Regione Piemonte) le polemiche dai toni eccessivi fatte dai presidenti dei gruppi di Lega e Fratelli d’Italia. Cosa avrebbe dovuto fare il sindaco e i suoi assessori se non condurre con il dialogo il confronto con una esperienza che è un pezzo della realtà della nostra città e di cui la precedente giunta ha riconosciuto l’importanza ricevendo le firme a sostegno del luogo? Cosa avrebbe dovuto fare? Chiudere le relazioni e aumentare le tensioni? Non è così che si comporta un’amministrazione e non lo avrebbe fatto nemmeno quella di destra. Abonante ha proposto un percorso coerente con la legalità e rispettoso della vocazione di quel luogo. Ha preso impegni precisi e proposto la costituzione dell’associazione, che è necessaria per la procedura ipotizzata”.
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Secondo Rita Rossa, è un percorso che la Regione avrebbe dovuto e potuto fare col Comune: “Perché la domanda sorge spontanea, se all’assessore Caucino e alla giunta regionale di destra interessa, giustamente, la legalità come mai non si pone il problema di tenere in ordine il patrimonio dell’Atc, case popolari, coinvolgendo le amministrazioni comunali? E come mai gli esponenti della destra che si affannano a criticare l’azione del sindaco e della giunta non danno una mano in questo senso? Infine, attenzione a non stravolgere i fatti, l’acquisizione di cui parla il sindaco è il passaggio dell’immobile al Comune, non acquisizione onerosa. Ad oggi la struttura non è del Comune eppure l’Amministrazione si è fatta carico di quanto sta avvenendo, mi auguro che quando la struttura passerà al Comune la Regione, che dovrebbe essere collaborativa con tutte le amministrazioni, abbia un sussulto di collaborazione”.