Punture di insetti: i consigli dell’esperta
Come agire dopo essere stati punti dagli imenotteri: parla la dottoressa Omodeo
ALESSANDRIA – D’estate le gite all’aria aperta sono all’ordine del giorno, ma il rischio di rovinare queste belle giornate a causa della puntura di insetti come api, vespe e calabroni aumenta. Ecco perché è importante sapere cosa fare se si sviluppano rossori e gonfiori.
«Solo una bassa percentuale di persone che vengono punte tende a sviluppare un’allergia al veleno degli imenotteri che può determinare reazioni allergiche di varia intensità che vanno da quelle locali fino a reazioni molto gravi come lo shock anafilattico – spiega la dottoressa Pinuccia Omodeo, allergologa referente degli ambulatori di Allergologia e Fisiopatologia Respiratoria dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria – Quest’ultimo, in casi rari, può portare anche alla morte: ogni anno oltre 5 milioni di italiani vengono punti da insetti e si contano fino a venti decessi. Tuttavia, grazie alla prevenzione e a un adeguato e immediato intervento, questi episodi possono essere ridotti o evitati».
Cosa fare quindi in caso di puntura? Se compaiono rossore e gonfiore in una zona di circa 2/3 cm di diametro, si tratta di una reazione perfettamente normale, dovuta al veleno iniettato dall’insetto: in questo caso si può applicare del ghiaccio ed eventualmente una pomata al cortisone. Se invece nei pochi minuti successivi alla puntura si manifestano sintomi sistemici, come orticaria, vertigini, difficoltà di respiro, oppure una reazione locale molto estesa (>10 cm di diametro) della durata di almeno 24 ore, occorre rivolgersi alla specialista per una diagnosi e un trattamento appropriato. «In particolare l’allergologo – prosegue ancora – potrà prescrivere una terapia antistaminica e cortisonica e, se necessario, l’adrenalina auto-iniettabile e l’immunoterapia specifica, fornendo tutte le istruzioni per il loro corretto utilizzo».
Se si è già a conoscenza di essere allergici a questo tipo di insetti, è necessario avere sempre con sé l’adrenalina auto-iniettabile, poiché si tratta di un presidio salvavita che in caso di shock anafilattico permette di guadagnare il tempo necessario per allertare il 118 e ricevere poi sul posto o al Pronto Soccorso le terapie corrette. «Esiste però una cura per questa pericolosa allergia – conclude la dottoressa Omodeo – si tratta dell’immunoterapia specifica che è in grado, già dopo i primi mesi, di fare acquisire la tolleranza al veleno, proteggendo così i pazienti da ulteriori reazioni allergiche alle punture degli imenotteri».
Solitamente i soggetti più esposti sono coloro che praticano lavori con le api o più in generale all’aria aperta, ma occorre ricordare che durante l’estate siamo tutti più a rischio di imbatterci in questi insetti, facendo molta attenzione agli anziani e ai cardiopatici che, in caso di reazioni gravi o shock anafilattico, hanno una ridotta capacità di recupero.