Effetto porcospino: il segreto per costruire team eccellenti
Esce nel 2012 e viene ripubblicato nel 2020 questo portentoso testo di Manfred Kets De Vries sulla natura dei gruppi in formazione e al lavoro, denso di spunti innovativi indirizzati a cogliere le potenzialità nei luoghi di lavoro, attraverso la via maestra delle relazioni. Dinamiche oscure che guidano i membri di un gruppo, emozioni consapevoli ed inconsapevoli che muovono il gruppo come entità.
La chiave per il successo? Triplice: comunicazione, autoconoscenza, ascolto attivo!
Desidero condividere con voi un racconto contenuto nel testo, che ho utilizzato per guidare un gruppo di imprenditori in formazione verso il potenziamento delle proprie risorse, attraverso il riconoscimento dei propri vincoli.
“Un gruppo di rane saltellava allegro in una palude, quando improvvisamente due di loro caddero in una profonda buca. Le altre rane, quando videro quanto era profondo il buco, rinunciarono ad aiutarle. Non volendo accettare il loro destino, le due rane cercarono di saltar fuori dal buco con tutte le loro forze. Le altre rane dalla palude continuavano a rimproverarle insistendo che la loro situazione era senza speranza e che il meglio che potessero fare era risparmiare energia ed aspettare pazientemente di morire. Aggiunsero che non si sarebbero trovate in questa situazione se fossero state più attente e se avessero ascoltato i più anziani. Ma le due rane continuarono a saltare il più in altro possibile. Gradualmente la stanchezza cresceva e alla fine una delle due ascolto le parole degli amici. Esausta e scoraggiata accettò il suo destino con tranquillità si sdraiò sul fondo del buco a morire mentre gli altri la guardavano addolorati.
L’altra rana fu più ostinata. Continuò a saltare con ogni grammo della sua energia anche se il suo corpo era distrutto dal dolore. La folla delle rane da sopra la buca le gridava di smettere con quelle assurdità, di accettare il suo destino e morire. Ma la rana saltava sempre più in alto finché, meraviglia delle meraviglie, balzò così in alto che uscì dal buco.
Stupefatte le altre rane festeggiarono il suo miracoloso ritorno alla libertà, si raccolsero intorno a lei e chiesero: “Perché hai continuato a saltare quando ti abbiamo detto di rinunciare?”
La povera rana le guardò attonita. “Ma amiche, io sono sorda, a quella distanza non potevo leggere le vostre labbra. Quando vi ho viste fare segni ed urlare, ho pensato che mi steste incoraggiando a non arrendermi. Questo è il motivo per cui ho continuato a provare”. Come illustra questa storia avere dalla propria parte i compagni di squadra può fare la differenza e il loro appoggio può stimolare a superare le aspettative.”
Il messaggio delle rane è potente. Il team, ed i singoli nel team, possono attivare ostacoli o promuovere risorse, personali e comuni che possono predire il fallimento o il successo del gruppo di lavoro.
Esistono bad team – cattivi team – dove si cade, si rinuncia, si abbandona la speranza… proprio come emerge nel racconto. Nello sguardo dell’altro leggiamo competizione, chiusura, incomprensione. Nei bad team si parla alle spalle, prevale l’interesse personale a scapito di quello collettivo, la rivalità e l’invidia prevalgono sul senso di appartenenza e sulla cooperazione, non c’è la volontà di trovare soluzioni condivise ai problemi di ognuno e dunque di tutti. IO VINCO, ma TU PERDI. Questi team sono destinati al fallimento. Generano malessere individuale e collettivo. Spesso si sciolgono.
Nei good team – buoni team – invece, tutti sono proiettati a superare i propri limiti e gli ostacoli, a raggiungere il risultato… a vincere, con il contributo ed il supporto di tutti. Nei good team prevale l’ascolto dell’altro, la comunicazione è assertiva, prevale il senso di responsabilità individuale e collettiva, il bene del singolo coincide con il bene del gruppo e se IO VINCO, anche TU VINCI. Nei good team abbiamo chiarezza circa tre importanti dimensioni: OBIETTIVI – METODO – RUOLI, fondamentali componenti dei gruppi di lavoro funzionali e funzionanti.
Gli obiettivi sono chiari e condivisi e portano ai risultati, attraverso il contributo di ognuno. Esiste un metodo, che guida, attraverso un sistema di norme, una cornice comune, il funzionamento – il metodo è la regola del lavoro, ed è anch’esso comune e condiviso. Il metodo inoltre disciplina i conflitti, quando insorgono; esso ha a che vedere con l’efficacia e l’efficienza del gruppo stesso. Infine la valorizzazione dei ruoli, che rappresentano nel gruppo le parti assegnate in funzione del riconoscimento di competenze e specificità. Essi devono essere interdipendenti e flessibili.
Ogni manager che desidera il successo del proprio team e dunque della propria organizzazione deve passare da queste coordinate, supportarle, potenziarle, attraverso la motivazione dei propri collaboratori, investendo nella formazione e nel coaching delle risorse umane. Ricordiamoci che stare bene al lavoro significa lavorare bene. Quindi positività = produttività.