Confartigianato, il pessimismo resta
Dall'indagine congiunturale traspare ancora molta cautela
Artigiani pessimisti sull’andamento dei prossimi mesi. Senza certezze, con i costi che aumentano gli imprenditori intervistati da Confartigianato Imprese Piemonte sono pratici e poco propensi a programmare il 2022 con fiducia.
E’ il ‘setiment’ che emerge dall’indagine congiunturale per il secondo trimestre di quest’anno: “Emerge un’accentuazione del pessimismo, confermando le preoccupazioni rilevate nella precedente indagine”, conferma il presidente Giorgio Felici. L’andamento occupazionale si accentua, passando dal –5,08% al –6,72% e non parliamo di apprendisti: dal – 19,58% al -20,16%. Per quanto riguarda le previsioni della produzione totale, la negatività del saldo diventa più marcata: dal –7,18% al -10,62%.
Analogamente, il saldo relativo all’acquisizione di nuovi ordini peggiora, passando dal –6,32% al –10,78%.
Le previsioni di regolarità negli incassi si riducono lievemente, passando dal 65,55% al 65,31%; le stime di ritardi salgono dal 33,71 % al 34,38%.
“Le aspettative degli artigiani – commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – sono improntate ad un accentuato pessimismo rispetto al trimestre precedente. Le cause principali sono da ricercare nel peso eccessivo dei costi delle materie prime, in particolare dell’energia, su cui ha ulteriormente inciso la situazione geopolitica che apre scenari di estrema incertezza e di grande preoccupazione, sia dal punto di vista politico che economico”.