I dati non esistono
Giorgia Lupi è una data designer italiana che, anni fa, trascorse un lungo periodo della sua vita a New York, ma, nonostante la distanza, volle continuare a scambiarsi le esperienze vissute con la sua amica Stephanie, in quel tempo a Londra. Le due ragazze si spedirono giorno dopo giorno delle cartoline – di carta, per posta – senza alcuna parola scritta, ma solo con disegni, di diversa foggia, dimensione e colore, capaci di rappresentare grazie ad una raffinata rappresentazione visuale ed una simbologia condivisa i momenti salienti delle loro giornate ed ovviamente anche delle loro serate. Se volete subire il fascino della creatività di queste due ragazze e leggere i loro diari, potete andare sul sito che Giorgia ha pubblicato, www.dear-data.com.
Nonostante questo amore per i dati, l’artista italiana sostiene ancora oggi che essi non esistano: vi sono i fatti e vi sono le interpretazioni. I dati sono il prodotto di una costruzione umana che può aiutare a comprendere un fenomeno e, in qualche caso, a migliorarne i risvolti e non c’è alcun dubbio che questi due anni di pandemia ci abbiano aiutato a comprendere l’importanza dell’attenzione con cui i dati sono raccolti, elaborati, raccontati. Vale per le istituzioni, per le imprese e, in qualche misura, per ciascuno di noi.
Nel mondo della Rete i dati, come si può immaginare, sono molto importanti. Per chi se ne avvale professionalmente, occorre però conoscere alcuni termini, adottati in senso gergale, davvero importanti:
- gli obiettivi ovvero le azioni che si intende far compiere all’utente sul proprio sito e che si debbono configurare nel software di web analytics di cui ci si serve;
- le metriche cioè le rappresentazioni quantitative della performance del sito;
- i KPI (“key performance indicators”), i traguardi che chi lo gestisce si dà nel perseguimento del proprio intento strategico.
I KPI si dice che debbano essere “SMART”:
- specifici (Specific);
- misurabili (Measurable);
- raggiungibili (Achievable);
- rilevanti (Relevant);
- con un limite di tempo definito (Time-bound).
I dati non sono pertanto utili in sé, ma perché restituiti come valori delle metriche salienti in funzione degli obiettivi impostati e capaci di supportare l’analisi del perseguimento dei KPI che si sono definiti.