"Fratelli d'Italia ha rotto in Regione: cosa succederà?"
Ravetti (Pd): "Alessandria e Acqui Terme presto al voto: il centrodestra come andrà?"
Alessandria: si prospetta la rottura dell'alleanza di centrodestra. Che cosa può accadere
ALESSANDRIA – Cominciamo dalla cosa più eclatante: il partito Fratelli d’Italia potrebbe andare da solo alle elezioni amministrative di Alessandria, rompendo, dunque, quell’alleanza di centrodestra che, pur tra momenti fiabeschi e fuggiaschi fabbieschi (quelli che se ne sono andati da Forza Italia, rimanendo comunque in maggioranza), governa la città dal 2017.
La riunione di ieri sera, con un po’ di tesserati e candidati possibili, non ha sortito nulla di decisivo, ma ha tracciato un solco. Fratelli d’Italia, è stato detto in sostanza, “non ha alcun obbligo” a mantenere il patto con il resto della coalizione. E, dunque, potrebbe andare da sola almeno al primo turno, con un proprio candidato a sindaco.
Gli screzi cominciano a Roma, proseguono a Torino e arrivano fin qui. In breve: l’elezione di Mattarella ha mandato su tutte le furie Giorgia Meloni, che ha nel mirino soprattutto la Lega: passi che sostenga Draghi, ma che rivoglia Mattarella al Quirinale proprio no. In Piemonte la battaglia è proseguita alla richiesta di avere un “Fratello” nell’ufficio di presidenza del Consiglio regionale. La Lega ha fatto muro. E Fratelli d’Italia stamani, in occasione della votazione che ha riconfermato il leghista Stefano Allasia alla presidenza, non ha partecipato al voto, sancendo di fatto la rottura (i fatti sono seguiti a parole piuttosto dure).
"Fratelli d'Italia ha rotto in Regione: cosa succederà?"
Ravetti (Pd): "Alessandria e Acqui Terme presto al voto: il centrodestra come andrà?"
Se a Roma ci si spacca e a Torino pure, perché non dovrebbe succedere ad Alessandria, la città di Riccardo Molinari, leader della Lega piemontese, evidentemente coinvolto in modo diretto nelle vicende sabaude. Vuoi mica negargli un dispetto qui, dove lui è l’indiscusso numero uno?, avranno pensato quei Fratelli che, non amando particolarmente il sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco, sarebbero lieti di non doverlo sostenere.
Non è così per tutti, perché c’è anche chi, affatto propenso a un quinquennio all’opposizione, pensa che andar da soli sia un suicidio. D’altronde, qui, bisogna ragionare col maggioritario (che ai Fratelli piace molto), mica col proporzionale che si vorrebbe reintrodurre per le Politiche. E va ben che il secondo turno può sconvolgere i piani, ma intanto bisogna presentarsi agli elettori con motivazioni credibili e un volto “sindacabile”.
E mentre si dibatte su quel che succede, c’è chi ovviamente fa i conti della serva. In attesa di un altro vertice, gli ottimisti di destra pensano di poter superare la Lega e di andare al ballottaggio. Abonante ringrazia, anche se no lo dirà mai.
E Cuttica? Il sindaco immaginava che la presentazione della sua candidatura (già prevista per il 5…) sarebbe stata il 12. La sala di Centogrigio è prenotata. Forse bisognerà disdire.
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