Papa Francesco: grazie a Vignale Monferrato per John
La staffetta della solidarietà per un ragazzo del Ghana malato terminale che ha vissuto in paese
VIGNALE MONFERRATO – “Ogni vita va custodita, sempre“. E’ un Angelus particolare per la nostra provincia quello di oggi pronunciato da Papa Francesco perché ha voluto dire “grazie” a un popolo, il Marocco, per aver fatto tutto il possibile per salvare Ryan, ma anche a Vignale Monferrato per l’aiuto offerto a John (in primo piano nella foto, con il cugino Samuel e il fratello Prosper all’arrivo ad Accra), un ragazzo che mercoledì scorso è tornato nel suo Paese perché malato gravemente.
“E un’altra cosa è successa qui in Italia, nel Monferrato. John, un ragazzo ghanese, 25 anni, migrante, che per arrivare qui ha sofferto tutto quello che soffrono tanti migranti – ha spiegato questa mattina il Papa ai fedeli in piazza San Pietro – Alla fine si è sistemato nel Monferrato. Ha incominciato a lavorare, a costruire il suo futuro in una azienda vinicola. Poi si è ammalato di un cancro terribile. E quando gli hanno detto la verità, cosa voleva fare? Tornare a casa, ‘per abbracciare mio papà prima di morire’. In quel paese del Monferrato – continua il Papa – hanno fatto subito una raccolta fondi e lo hanno messo sull’aereo (insieme a un cugino, ndr) perché potesse morire tra le braccia di suo papà. Questo ci fa vedere che oggi, in mezzo a tante brutte notizie, ci sono dei santi della porta accanto. Grazie per queste due testimonianze, ci fanno bene”.
La storia di John
Jhon è arrivato in Italia sette anni fa, insieme ad altri migranti. Inizia il suo inserimento, spesso difficile perché costellato da diffidenza. “E’ stato assegnato a Vignale – ci racconta Ernesto Fumagalli, attivo nel settore delle associazioni e volontario del Club Unesco di Vignale- e gli troviamo (così come ad altri, ndr) un posto dove vivere. Non sapevano parlare italiano, così ho iniziato ad insegnare loro tutto quello di cui avevano bisogno per iniziare la loro vita qui da noi: intanto a scrivere, e poi geografia e altre materie. Nel frattempo gli abbiamo trovato un lavoro, per garantire prima di tutto la dignità“.
John è rimasto a Vignale Monferrato, altri si sono spostati.
“E’ un ragazzo stupendo, solare, intelligente, con tanta voglia di lavorare – racconta con la voce rotta dal pianto Fumagalli – A settembre, visto che desiderava guadagnare qualcosa in più, gli ho trovato un posto di lavoro a Imola. Così si è trasferito, ma poco dopo si è sentito male. Gli esami clinici non hanno lasciato spazio a dubbi e speranza: aveva un carcinoma al quarto stadio. Così è tornato a Vignale. In questi mesi difficili è stata Gabriella Gaudio ad aiutarlo, come si fa in famiglia. Poi è arrivato, purtroppo, il tempo del ricovero all’hospice di Casale (nella foto), dove John ha trovato un affetto speciale da parte di chi si è preso cura di lui. Del resto, è un ragazzo a cui non puoi che volere bene”.
Ma la corsa contro il tempo era drammaticamente scattata. Così, chi gli ha voluto bene in questi anni ha cercato di fargli capire che non avrebbe più potuto lavorare, non ne avrebbe più avuto la forza. “John, a quel punto – continua Ernesto Fumagalli – mi ha chiesto come avrebbe potuto tornare a casa”.
La staffetta della solidarietà si è concretizzata immediatamente, costellata da mille peripezie burocratiche imposte tra ambasciate e consolati.
“Alla fine – continua Fumagalli – siamo riusciti a mettere insieme tutto. Abbiamo comprato i biglietti aerei e chiamato il cugino di John, che lo ha accompagnato. Era felice, mi ha telefonato appena arrivato in Ghana. Mi ha mandato una foto”.
Ernesto si ferma un attimo, la voce si incrina, il dolore si avverte forte perché quel ragazzo per lui “è come un figlio”.