Metaverso, l’ambiente di Realtà Virtuale
“L’isola che non c’è” cantata da Edoardo Bennato e illuminata dalla seconda stella a destra ha probabilmente condotto, dritto fino al mattino, Mark Zuckerberg a ridenominare la propria azienda, e le tre grandi piattaforme che possiede (Facebook, Instagram e WhatsApp), Meta così da guidarle verso il Metaverso, l’ambiente di Realtà Virtuale di cui l’imprenditore di Menlo Park si immagina sarà costituita l’Internet del futuro.
Se al suo annuncio, molti hanno reagito con diffidenza ed alcuni, più boomer degli altri, ad avanzare la richiesta “…vi prego, fatemi scendere!”, non c’è però alcun dubbio che la Rete ai suoi albori fosse già apparsa come un mondo a sè stante al punto da far girare una famosa vignetta che metteva in guardia dal rischio che, dietro ad una chat, vi fosse un cane anzichè un essere umano.
Internet è come un continente ormai del tutto esplorato ed i cui territori sono oggi stati spartiti fra motori di ricerca, social network, marketplace, app, siti aziendali ed editoriali: il metaverso riapre la partita ed in molti stanno già allestendo le navi per scoprirlo e i soldati colonizzarlo. Del metaverso che c’è già invece si parla meno, ma il successo delle piattaforme di gioco online e dei mondi che esse creano conferma quanto la radice della Realtà Virtuale stia proprio nel gaming e la rappresentazione di sè in avatar che Mark Zuckerberg immagina costituirà la nostra navigazione del domani è già presente nelle modalità in cui Internet oggi viene vissuto in Asia.
Di qualunque forma esso sarà, è lecito però attendersi che “se non ci saranno ladri e gendarmi” e se non saranno presenti “odio né violenza, né soldati né armi” allora si tratterà proprio dell’isola che non c’è.
Di Metaverso si è parlato a lungo a seguito del rebranding di Facebook e se ne continua a parlare con molto scetticismo spesso non cogliendo come, fra le varie motivazioni che hanno portato Mark Zuckerberg a questa decisione, non vada dimenticata l’importanza per Facebook di poter fare leva su un ambiente che non sia fornito da altri, come Apple che, con la propria decisione di richiedere il consenso ai possessori dell’iPhone in merito al tracciamento delle app, ha significativamente inciso sull’efficacia del modello di business di Facebook e come Chrome e gli altri browser i quali, con l’annuncio di voler di bloccare, nei prossimi mesi, i cookie di terze parti, hanno modificato in modo rilevante l’offerta pubblicitaria dell’impero di Menlo Park.
Da quanto si comprende, lo sviluppo di un ambiente di realtà virtuale è volto ad accelerare lo sviluppo e la commercializzazione di digital goods già presenti in modo massiccio sulle piattaforme di gaming: sul sito di Balenciaga è già oggi possibile vedere la collezione pensata per Fortnite su cui anche altri grandi marchi del lusso stanno presentandosi non solo sponsorizzandone gli ambienti, ma rendendo disponibili articoli esclusivi con i quali differenziarsi rispetto agli altri utenti. Burberry ha rilasciato la sua prima serie di collezionabili NFT (non-fungible tokens) all’interno di Blankos Block Party, un gioco basato sulla blockchain che consente ai giocatori di collezionare giocattoli digitali, e Sorare.com ha acquisito i diritti di molti team sportivi per realizzare “figurine digitali” e lo scorso settembre ha raccolto 650 milioni di dollari di investimenti.
Siete avvisati, dunque. Il Metaverso è prossimo ad arrivare ed è necessario scegliere come farsi trovare preparati.