«Incremento dei contagi: in Italia la provincia peggiore è proprio la nostra»
Le valutazioni di Carluccio Bianchi, docente dell'Upo
«Nella settimana tra il 19 e il 26 dicembre, la provincia di Alessandria ha evidenziato un incremento dei contagi che sfiora il 350%: purtroppo siamo la realtà con l’incremento maggiore di tutta Italia».
L’analisi di Carluccio Bianchi, docente di Macroeconomia dell’Upo, che dalla primavera 2020 ‘legge’ i numeri della pandemia, disegna un quadro estremamente chiaro: siamo nel pieno della quarta ondata – non si sa se già al picco – e l’Alessandrino risulta tra i territori più esposti, con una crescita vertiginosa dei positivi.
Nel giro di pochi giorni, infatti, siamo passati dall’essere i migliori in regione – con numeri relativamente bassi – a conquistare la ‘maglia nera’. «Sinceramente non so darmi una spiegazione razionale – ammette il docente – e la nostra incidenza attuale, 677, è un dato davvero impressionante. Solo la Lombardia, con 750, fa peggio, mentre il Piemonte (592) e l’Italia, a 460, occupano le posizioni di retroguardia».
Se ci concentriamo sui numeri assoluti, emerge che a livello regionale i nuovi casi settimanali passano da 13897 a 25311, ben 11414 in più, con una variazione percentuale dell’82%: la media fa 3616 contagi al giorno (il picco della seconda ondata, di novembre 2020, era 4041). «Il traino? Come sempre è rappresentato da Torino, che contribuisce con il 49%, segue Cuneo con il 13%, mentre Alessandria attualmente incide per l’11%, ma è in nettissima risalita».
Gli asintomatici, in presenza di cifre così elevate, salgono dal 63 al 66%, con gli extra protocollo che scendono dall’11 all’8%: sono rispettivamente nuovo massimo e nuovo minimo relativo, ma è una magra consolazione, perché «il tasso di positività è in vertiginoso incremento, dal 3,4 al 5,7%».
Per quanto riguarda la pressione ospedaliera, siamo ancora lontani dalla situazione di un anno fa, ma il contesto sta rapidamente peggiorando. «Le terapie intensive erano 62 sette giorni fa e sono 89 oggi, con indice di saturazione del 14,2%, mentre i ricoveri ordinari passano da 762 a 1058, quasi 300 in più, e tasso di occupazione pari al 18,2%. Sinceramente non capisco perché il Piemonte sia ancora in zona bianca, dal momento che con questo ritmo di crescita ci stiamo avvicinando a grandi passi all’arancione: la soglia dei posti in rianimazione è 126, quella degli ospedalizzati 1747 e se andiamo avanti così le supereremo nel giro di una decina di giorni».
Brutte notizie anche sul fronte dei decessi, praticamente raddoppiati rispetto a martedì scorso (da 31 a 57): il tasso di letalità resta piuttosto basso, allo 0,6%, ma le conseguenze vere rischiamo di vederle tra un paio di settimane circa.
Capitolo Alessandria: in sette giorni i contagi salgono da 538 a 2770, quindi 2232 in più «con un incremento in percentuale che raggiunge il 415%, per una media di 396 casi al giorno. Abbiamo superato il picco della seconda ondata, raggiunto il 19 novembre 2020, quando ci fermammo a 379 contagi medi quotidiani. I guariti? Sono tanti, 652, ma non tengono certamente il passo delle nuove infezioni: serviranno almeno venti giorni per vedere i primi risultati».
A completare il bilancio della provincia anche tre decessi, con i nuovi positivi che crescono di 2115 unità e raggiungono il totale di 3205. «Parliamo dello 0,8% della popolazione, con la situazione più grave che riguarda ovviamente il capoluogo. Quali sono le prospettive? Difficile fare previsioni, credo che per un po’ continueremo a salire, ma appare evidente che le attuali misure di contenimento non siano sufficienti: servono provvedimenti più rigorosi, almeno a livello locale, in presenza di simili dati, bisogna intervenire».