Sezzadio: ok alla tangenziale, può partire il conferimento dei rifiuti
Via libera al progetto sulla viabilità: era uno dei vincoli per l'avvio dell'impianto a Cascina Borio
Il sindaco Daniele: "Dicono che la falda è preziosa per tutta la provincia, ma ci costruiscono sopra la discarica"
SEZZADIO – Il 19 ottobre era arrivato l’ok definitivo della Conferenza dei servizi, e la scorsa settimana il presidente della Provincia Gianfranco Baldi ha firmato il decreto di approvazione del progetto per la nuova tangenziale di Sezzadio presentato dal Gruppo Riccoboni: il conferimento dei rifiuti nella discarica di Cascina Borio, quindi, può cominciare.
Il “sì” dell’ente provinciale al nuovo tratto di strada, infatti, rappresentava l’ultimo “step” burocratico per il via libera ai camion della Riccoboni per il trasferimento delle tipologie di rifiuti – secondo quanto riporta l’azienda, terre e rocce da scavo, rifiuti da attività di demolizione e costruzione, rifiuti stabilizzati e solidificati da impianti di trattamento e da bonifica dei terreni – trattate dalla ditta Grassano di Predosa, proprietà del gruppo parmense.
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“La lotta contro la discarica era iniziata con Baldi (all’epoca primo cittadino di Cassine, ndr) al nostro fianco. Ora, purtroppo, finisce così”, commenta il sindaco di Sezzadio Enzo Daniele. “Non ci resta che fare di tutto per avere la certezza che non ci sia anche il pur minimo rischio per la falda acquifera sottostante. Trovo però assurdo che questo provvedimento arrivi subito dopo le dichiarazioni dell’ex presidente di Amag Lorenzo Repetto, secondo il quale il bacino presente tra Sezzadio e Predosa rappresenterebbe il futuro idrico di tutta la provincia. Allora, mi chiedo: era davvero il caso di costruire una discarica proprio al di sopra dello stesso bacino, considerato tanto importante? Mi auguro davvero che non tocchi alle nuove generazione pagare le conseguenze di certe scelte, diciamo così, assai poco comprensibili. Sul territorio abbiamo svariati esempi di progetti e relazioni che 20-30 anni fa erano considerati assolutamente sicuri e affidabili, e che ora sono invece causa di inquinamento idrico e ambientale in varie zone della provincia”.
Nel frattempo in queste settimane a Cascina Borio si sono svolti i controlli sulla falda chiesti più di un anno fa dal Comune e ordinati dal Ministero della Transizione Ecologica a inizio estate. «Per ora sono stati effettuati controlli sui livelli piezometrici – dichiara il sindaco Daniele – ma noi abbiamo richiesto altre misurazioni per l’acqua affiorata negli ultimi mesi. Al momento si tratta di verifiche marginali. La Provincia, comunque, ha chiesto a Riccoboni una serie di dati che occorre verificare».
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Ora i comitati ambientali della Valle Bormida ripongono le loro ultime speranze nell’operato del Consiglio di Stato, che dovrà pronunciarsi in merito al ricorso presentato dal Comune di Sezzadio contro la sentenza del Tar del 2015 con cui veniva annullato il primo parere negativo dato in prima battuta dalla Provincia sull’inizio dei lavori a Cascina Borio. Prendendo atto di quanto stabilito dal Tar, l’ex presidente provinciale Rita Rossa nel febbraio del 2016 ha poi dato il via libera al progetto da realizzare nell’ex cava.