Novi Musica Festival, tappa a Santa Croce con Faragli e Noli
A Bosco Marengo prima l'inaugurazione della mostra di Gianni Noli, poi il recital pianistico di Gianluca Faragli
"Da Giorgio Vasari agli epigoni ottocenteschi" è il volume che fornisce uno spaccato sulle vicende del complesso monumentale di Bosco Marengo
BOSCO MARENGO — L’arte e l’architettura di Santa Croce sono al centro del volume “Da Giorgio Vasari agli epigoni ottocenteschi” che sarà presentato domani, sabato 23 ottobre alle 10,30, nella chiesa del complesso monumentale di Bosco Marengo.
Il libro, a cura di Beppe Merlano, Antonella Perin, Maria Carla Visconti, intende fornire uno spaccato sintetico sulle fasi che hanno caratterizzato la storia della chiesa di Santa Croce, luogo eletto da Pio V come sede della sua sepoltura, concentrandosi sull’organizzazione dell’impianto architettonico originario, sulle sue trasformazioni e sugli artefici che vi hanno lavorato.
Novi Musica Festival, tappa a Santa Croce con Faragli e Noli
A Bosco Marengo prima l'inaugurazione della mostra di Gianni Noli, poi il recital pianistico di Gianluca Faragli
Il volume prende le mosse dall’iniziale progetto papale, emblema degli orientamenti ideologici della Riforma Tridentina improntato all’uniformità delle cappelle e alla visione centralizzata sull’altar maggiore, la cosiddetta “macchina vasariana”: un cantiere dove sono presenti architetti, capimastri, lapicidi, scultori attivi a Roma e in cui Giorgio Vasari, anche sapiente progettista di architetture, dovette avere un ruolo importante come organizzatore di spazi non solo in relazione alla soluzione ideata per l’altar maggiore, ma fors’anche per gli altari delle cappelle laterali.
Durante il successivo patrocinio del cardinal nipote Michele Bonelli si esaurisce la presenza di maestranze centroitaliane, la chiesa diventa un’occasione per celebrare le imprese del Pontefice e, tra la fine del XVI e il primo quarto del XVII secolo con la costruzione dei primi tre altari di sinistra dalle maestose architetture di legno dorato, prendono avvio gli interventi che andranno a modificare l’originaria uniformità delle cappelle.
Nel Seicento, l’assenza di un munifico patrocinatore induce i Domenicani a rivolgersi ad artefici e maestranze provenienti da Milano o da Genova, facendo di Santa Croce un interessante luogo di intreccio di culture diverse.
La beatificazione di Pio V nel 1672 spinge poi i frati a trasformare il mausoleo funerario, rimasto vuoto, in altare che celebra il culto del Pontefice e con la sua canonizzazione nel 1712, l’edificio diventa il principale luogo di devozione del Santo, ma contemporaneamente si sgretola l’impostazione ghisleriana della chiesa. Lo smontaggio dell’altar maggiore, progettato da Giorgio Vasari nel 1567, sostituito da un più semplice altare marmoreo, determina un sostanziale stravolgimento dell’assetto dell’area del presbiterio, che richiede nuovi interventi per uniformare lo spazio dell’abside, prima invisibile ai fedeli, con il resto della chiesa.
La prima metà dell’Ottocento vede ancora il radicale cambio di immagine delle cappelle e dei loro altari dove le superbe decorazioni in stucco di quelli a destra e le cospicue dorature di quelli a sinistra spariscono coperte da ridipinture a finti marmi.
Il libro sarà presentato da Liliana Pittarello, architetto, già Direttore regionale per i beni culturali, e da Gianni Bozzo, architetto e storico dell’arte, già Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici.