Ransomware – Una minaccia per ogni dispositivo
Questa è stata l’estate della vittoria agli Europei e del Greenpass, dell’impensabile ritorno di Orietta Berti, Ornella Vanoni e Gianni Morandi fra i tormentoni musicali e degli ori olimpici. Ma è stata anche l’estate del Ransomware ovvero dell’attacco informatico che ha colpito il sistema di prenotazione dei vaccini del Lazio alla ricerca criminale di un riscatto.
Più la nostra vita passa attraverso forme di comunicazione digitale più occorre creare le condizioni per difenderci: cliccare su un link, anche se apparentemente inviato da una persona di cui ci fidiamo, può nascondere un’insidia e l’invito ricevuto da un avvenente profilo su Facebook o Instagram, oltre a nascondere qualche cocente delusione, rischia di esporci ad una ben studiata minaccia di ingegneria sociale. Lo scambio di messaggi imbarazzanti, l’invio di foto inopportune, la condivisione di informazioni sensibili: sono tutti tranelli che possono esserci tesi da chi, agendo sulla vergogna di esserci cascati e sulla pressione di individuarne una via d’uscita, ha un’abilità superiore alla capacità di difendersi che ciascuno di noi può vantare. Meglio non cliccare, meglio non accettare.
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Secondo il Phishing and Fraud Report di A5, una società impegnata nel fornire soluzioni di sicurezza informatica, il 2020 ha vissuto un incremento del 15% dei casi di phishing prodotti da link condivisi sui social media. L’accettazione di richieste di collegamento da parte di sconosciuti (spesso attraenti), la clonazione dei profili, i link presenti nei post pubblicati dagli amici o nei messaggi da loro inviati abbassano infatti la soglia di attenzione ed espongono chi li clicca ad attacchi informatici, furto di dati o a situazioni in cui la vittima viene costretta dal truffatore ad effettuare pagamenti per non essere esposta a danni o ricatti. La classica richiesta di denaro, che circola via mail, da parte di un principe nigeriano per pagare un riscatto nasce da una tecnica di ingegneria sociale che mira a non far considerare serio l’attacco e riduce le cautele da parte di chi vi è incuriosito. Il senso di maggior sicurezza data dai social media, l’abbondanza di informazioni e dati personali pubblicati e l’uso di “link accorciati” non debbono dunque ingannare: anzi, i dati in crescita di questi fenomeni richiedono una navigazione attenta e consapevole.
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Alessandrino ed esperto di digital: ecco chi è Andrea Boscaro