Tonino Spadavecchia è di nuovo in campo
La cerimonia di intitolazione con i due figli e molti suoi 'ragazzi' della Fulgor
ALESSANDRIA – Era un campo in argilla, perché vicino c’era la fornace e quando pioveva si sfondava fino alle caviglie. Ma era il suo campo, quello della sua Fulgor, la ‘casa’ di Tonino Spadavecchia e di tanti bambini e ragazzi del Cristo, abituati a giocare in strada, che su quel campo sono cresciuti correndo dietro a un pallone.
Oggi è il campo 5 di Centogrigio, che adesso, e per sempre, si chiamerà “campo Tonino Spadavecchia“. Una idea di due suoi ex calciatori, Aldo Cusimano e Alessandro Blandi, che Gilberto Preda, presidente del centro sportivo di via Bonardi, ha subito accolto.
Oggi, a scoprire la targa, è stata Bea, la figlia di Cristiano, il più giovane dei figli di Tonino, che è un affermato disegnatore per la Bonelli e, da ragazzo, aveva un po’ ‘tradito’ il calcio dedicandosi all’atletica, “ma papà era uno sportivo vero e aveva capito”. C’è anche Daniele, il più grande, musicista, che per 16 anni ha vissuto negli Stati Uniti, più di duecento concerti ogni anno, da tre in Francia, ma pronto a partire verso una nuova destinazione. C’è la moglie, ci sono le sorelle, ci sono i suoi ‘ragazzi’ e le persone che hanno condiviso la bella storia di una piccola società di quartiere, che aveva festeggiato quando tre dei suoi giovani erano passati all’Alessandria (anche Daniele) e in cambio avevano ricevuto giochi di maglie e di tute per tutti.
Commozione, sorrisi, la piccola Bea che entra in campo e prova a calciare: nonno Tonino sarebbe felice, “è nel dna di famiglia”. L’assessore Piervittorio Ciccaglioni ricorda gli insegnamenti ricevuti da “un grande uomo di sport”. Poi aneddoti, la prima maglia con lo sponsor, Erremme, la sede in via Fernandel.
Tonino se ne è andato, ancora giovane (aveva 44 anni) il 29 aprile 1991. Ma da oggi è di nuovo sul suo campo. Dove la targa recita “grande esempio di sportività e generosità, persona di riferimento per il calcio del quartiere Cristo“.