Trasferimento a titolo temporaneo, con diritto di riscatto, per il giovane fantasista
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Calcio - Grigi
Milanese: “Ho scelto Alessandria per crescere”
"Ho trovato un gruppo unito, senza gerarchie". Il ruolo? "Longo mi prova anche come mediano"
ALESSANDRIA – “Il livello di questa B è alto, tanto. Ma l’Alessandria mi è piaciuta: a Benevento non ero ancora un giocatore dei Grigi, ma ero vicino alla firma e ho seguito la partita. Un punto ci stava tutto. E a Pisa, per 80 minuti, siamo stati alla pari. Gli episodi condizionano più che in altre categorie, si lavora per portarli della nostra parte”.
Tommaso Milanese sembrerebbe un veterano se non avesse solo 19 anni. Gioca a calcio da quando ne ha 3, Pantaleo Corvino, Fabrizio Miccoli e poi Bruno Conti sulla sua strada. E Fabio Piccareta, “l’allenatore più importante per la mia crescita. Nell’Under 17 della Roma, mi ha dato il 10 e mi ha fatto sentire libero sul campo“. Poi De Rossi senior e Paulo Fonseca. “Insieme a Dabo, almeno tre o quattro allenamenti li facevo con la prima squadra. L’esordio in Europa League è stata una partita speciale, con l’assist per Pedro, il gol con il Cska una emozione per la quale ancora adesso non riesco a trovare la parole. La gioia più grande delle mia vita. Per ora”.
Tommaso, classe 2002, da Galatina ho desiderato che il nome successivo nella lista dei suoi allenatori fosse Jose Mourinho. “Ho sperato di essere convocato per il ritiro. Sono rimasto deluso“. E ha deciso di andare a maturare in B. “Dalla A tre proposte, Torino, Bologna e Sampdoria”. Perché Alessandria? “Perché in B il potenziale, se c’è, ha spazio per venire fuori, perché mi hanno convinto questa società e i suoi obiettivi, perché c’è un allenatore che con i giovani lavora benissimo“.
Trequartista, mezzala, mediano
Tatticamente chi è Milanese? “Sono un trequartista, ma gioco anche come mezzala“. E quale idea tattica ha Longo su di te? “Questo va chiesto al mister. Da quando sono arrivato mi sta provando molto nei due a centrocampo. Posso anche fare il mediano, non mi è capitato spesso. ma mi piace”. Segnale, anche, di nuove varianti dell’identità della squadra.
L’impatto alessandrino? “Buono: ho trovato un gruppo unito, i più esperti fanno il massimo per integrare noi giovani. Non ci sono gerarchie”. Le due sconfitte in avvio non ti preoccupano? “No, perché vedo valori, determinazione, entusiasmo. Più che un ottimista, io sono uno che cerca le ragioni per avere fiducia. Sono umile, con i piedi per terra e ho ottimismo. Se non lo avessi che senso avrebbe giocare e impegnarsi tanto”.