Consiglio comunale, polemica su un odg sull'omotransfobia
M5S all'attacco: "Maggioranza e sindaco strizzano un occhio contemporaneamente a posizioni progressiste e a bufale di basso livello"
Alberto Bianchi (Tessere le Identità) e le polemiche in consiglio comunale su un odg sull'omotransfobia
ALESSANDRIA – Anche Alberto Bianchi, presidente di Tessere Le Identità (l’associazione promotrice dell’Al Pride nel 2019, foto in basso), interviene sul caso dell’ordine del giorno del Movimento 5 Stelle Alessandria nel consiglio comunale di martedì sera avente come tema l’omotransfobia e modificato dalla maggioranza.
“E’ stato approvato in consiglio comunale un ordine del giorno che invita il sindaco e la Giunta di Alessandria a sollecitare il legislatore a procedere con i punti previsti dal Disegno di Legge contro l’omolesbobitransfobia, la misoginia e l’abilismo, noto come Ddl Zan. L’odg, proposto da Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Lista Rossa con l’appoggio di Articolo Uno e Possibile, è stato però emendato da parte della maggioranza con una aggiunta da parte della Lega che solleva non pochi dubbi. L’emendamento, a firma del consigliere Danilo Autano, riporta affermazioni che non trovano riscontro nel testo del Ddl Zan e agita spauracchi che una semplice lettura del testo del Disegno di Legge renderebbe nulli”.
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Secondo Bianchi, “come è già stato più volte riportato, il Ddl contro l’omolesbobitransfobia, la misoginia e l’abilismo non può in alcun modo limitare la libertà di parola e pensiero, diritti sanciti dalla Costituzione. Per rafforzare questo concetto, nella mediazione avvenuta alla Camera, è stato aggiunto l’articolo 4 definito ‘Clausola salva idee’ che esclude esplicitamente idee e opinioni sull’orientamento sessuale e l’identità di genere dalla punibilità. A ulteriore prova di ciò, ricordiamo che il Ddl Zan prevede la modifica della Legge Mancino. Al momento non sono presenti casi di persone condannate per aver espresso opinioni, neanche le più becere, su persone di altre nazionalità o religioni”.
E quindi? “Purtroppo ci troviamo costretti anche a denotare alcuni termini utilizzati nella stesura dell’emendamento che definiamo anacronistici. Leggere, nel 2021, termini come ‘orientamenti sessuali obbligati’ sono ferite profonde per la comunità Lgbtqia+. Una comunità che si è sempre battuta per la libera espressione del proprio orientamento sessuale e della propria identità di genere. Accusare il Ddl Zan di voler imporre un orientamento sessuale vuol dire ribaltare la realtà e i punti che vengono espressi nelle nostre attività, Pride in primis”.
Il presidente di Tessere le Identità non si ferma però qui: “Ancor più ironico questo riferimento, considerando che un punto mancato del Ddl Zan, richiesto dalla comunità Lgbtqia+, sia il bando delle cosiddette ‘terapie riparative’, pratiche denunciate dalle maggiori associazioni di psicologi e psichiatri del mondo, in cui si cerca di imporre un orientamento sessuale e una identità di genere differente alle persone Lgbtqia+. L’approvazione di questo emendamento è un chiaro contrasto ai punti espressi dal Ddl Zan, i cui scopi sono quello di fornire uno strumento di protezione in caso di reati d’odio contro le persone Lgbtqia+, le donne e le persone con disabilità e quello di portare informazione e sensibilizzazione sui casi di violenza omolesbotransfobica”.
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“Questo disegno di legge – conclude Bianchi – è già il risultato di una forte mediazione al ribasso. Come già detto nelle piazze di tutta Italia, chiediamo che la legge venga approvata il prima possibile e senza ulteriori modifiche. Che tutte le forze politiche dimostrino la loro volontà a dotare questo Paese di una legge civile, già presente nella stragrande maggioranza dei Paesi dell’Unione Europea, che ha lo scopo di difendere gruppi di cittadini e cittadine che vengono discriminati e subiscono violenza costantemente”.