Artisti orafi valenzani del secondo Novecento
VALENZA – La realizzazione di oggetti con metalli nobili e pietre preziose ha sempre costituito un importante settore delle arti: è una delle più antiche lavorazioni ed è stata poi praticata da famosi pittori e scultori. Richiede abilità manuale ma anche padronanza artistica.
Da quasi due secoli Valenza produce fascino nell’arte orafa, tangibile nella realizzazione di tanti minuscoli capolavori ammirati in tutto il mondo.
Questa piccola città ha sempre generato personaggi di grandi capacità espressive, ma è dal secondo dopoguerra che si affermano diversi artisti provenienti e operanti anche nell’oreficeria.
Quando si spengono gli ultimi rumori del conflitto mondiale, tra i fondatori del Circolo Culturale Rinascita del 1945 vi sono già alcuni pittori che sono valenti orafi locali, quali: Borio, Dabene, Gallone, Pinelli, Porta, Spinolo. Poi negli anni ’50 l’austero PCI locale “tutto militanza e lotta per il proletariato”, in sintonia con istanze non troppo proletarie presenti in alcuni valenzani, organizza diverse estemporanee pittoriche, proseguite in occasione delle Feste dell’Unità ed emulate dall’establishment “capitalista e borghese” democristiano nella Sala Faro sede DC. Più avanti, dagli anni ’70, quando l’ideologia si fa sempre più elastica con sensibilità meno infiammate, è il Centro di Cultura comunale ad organizzare, in modo lineare e concreto, molte mostre personali di pittori e artisti valenzani.
Questi nostri orafi artisti, timidi e genuini all’inizio, diventano presto disinvolti e sempre più abili ed alcuni sfoggiando altresì un talento straordinario; soprattutto, non a scopo speculativo, esibiscono le loro opere in numerose mostre ed esposizioni nel Paese e all’estero. Ad un certo punto, alcuni smettono di copiare la realtà così come si presenta davanti ai loro occhi, rendendosi liberi di sperimentare nuovi contenuti e qualcun altro va oltre il contemporaneo con insoliti modi innovativi di immaginare, creare e presentare le opere d’arte; ma, a giudizio di palati più tradizionali e rigorosi, anche sostituendo o annientando con deviazioni e ambiguità una parte tradizionale dell’oreficeria. Siamo in un ambito strabocchevole di eccessi, di trasformazioni e di riconversioni, ma anche di feconda fantasia, originalità e fervente passione.
Questi alcuni succinti profili di valenzani, artisti e pure orefici, quasi mai superflui e veri specialisti nel settore, del secondo Novecento.
Gian Piero Accatino (1934-2003). Ha operato nel settore grafico per aziende orafe. Con originali e peculiari disegni, macchiettistici e un po’ irriverenti, ha graffiato e raccontato spesso aspetti non troppo evidenti. Un valenzano poliedrico che è stato assicuratore, politico (in consiglio comunale tra le file della DC) e artista.
Luciano Agliotti (1932). I suoi smalti hanno testimoniato l’amore e lo scrupoloso impegno nella raffigurazione di vecchi luoghi di Valenza. Ha ruotato intorno al tema con immagini brillanti fissate su lastre metalliche che richiamavano una certa atmosfera passata.
Mario Borio (1907-1988). Orafo, pittore di formazione figurativa e impressionista che ha dipinto soprattutto la campagna di Valenza. Ha prodotto anche pregevoli smalti.
Ezio Campese (1949). Ha frequentato la “Scuola di Design di Novara” (ora Scuola Politecnica di Design Milano). Ex dell’Armando Testa Spa, da sempre freelance grafico e attivo nelle varie pratiche dell’arte (pittura, mail art, filmati, gioielli, poesie e molte altre cose).
Saverio Cavalli (1922-2012). È stato uno dei più autorevoli artisti orefici italiani; ha saputo legare l’uso dell’astrattismo pittorico alla sua elevata tecnica orafa. Dopo una fase iniziale naturalistica, ha indirizzato la sua esplorazione verso l’astrazione spaziale degli anni ’50. Oltre alla pittura, si è dedicato alla grafica, alla scultura e soprattutto all’arte orafa. Enormemente innovativo ha presentato una visione astrattista del gioiello legata alla ricerca delle più perfezionate procedure orafe lasciandosi condurre dalla casualità nella scelta e utilizzo dei materiali poveri (legno, vetro, pietre dure) accostati a quelli preziosi con spettacolarità e una certa casuale provocazione.
Fernando Dabene (1909-1979). Orafo e raffinato pittore È stato allievo di Casorati. In molti dipinti ha ritratto i luoghi ed eventi particolari di Valenza.
Alvaro Dubois (1926-2009). Ha frequentato l’Accademia di Brera dimostrando grande interesse verso l’arte orafa. Espressionista, si è avvicinato all’arte astratta, alla pop-art e infine al figurativo. È stato docente dell’Istituto Professionale di Oreficeria.
Pier Cesare Fraccari (1920-1987). Rilevante pittore figurativo che ha vissuto e operato (anche nel settore orafo) a Valenza. Stimolato dagli amici Carlo Carrà e Pietro Morando, ha iniziato la sua intensa attività espositiva alla fine degli anni Cinquanta. Fondamento dei suoi dipinti era il colore, impiegato per esprimere le relazioni dell’essere umano con il mondo esterno. Negli anni Cinquanta ha sviluppato molte figure stilizzate, mentre negli anni Sessanta ha avviato una ricerca nell’astrattismo geometrico. Ammirato e apprezzato, negli ultimi tempi ha espresso la realtà con opere composte da tracciati puri: un linguaggio visuale di forme, colori e linee. Sono stati decisivi i suoi incontri con importanti figure del Novecento quali De Chirico, Guttuso, Sassu e altri.
Antonio Panelli (1927-1986). Modellista orafo, la sua pittura si è mantenuta sempre su una linea figurativa. La sua produzione più attraente è la rinomata serie di ritratti di contadini e orefici.
Piero Porta (1925-1996). Valente disegnatore-modellista orafo e pittore; dopo un periodo di rappresentazioni naturalistiche locali (il Po, canneti, ecc.) ha dipinto sin dai primi anni ‘80 gli oggetti da banco dell’orefice. I suoi quadri e le sue chine sono cimeli della lavorazione e strumentazione orafa. Nature morte che comunicano attraverso la percezione armoniosa e metafisica del dipinto. Porta costruiva il suo quadro con lo stesso credo e perfezione con cui realizzava un gioiello.
Pier Paolo Prandi (1945-2021). Orefice sin dalla giovane età, si dedica poi completamente alla pittura dove, in dipinti onirici ricchi di colore, riesce a estrinsecare una concezione fantastica e quasi simbolica della realtà.
Laura Rivalta (1933) Si è formata nell’ambito della tradizione orafa di Valenza e si è espressa, con una ricerca costante, attraverso opere di grafica, sculture e lavori in oro che ha eseguito personalmente.
Paolo Spalla (1935–2010). Orafo che a metà degli anni Sessanta ha iniziato a produrre opere scultoree utilizzando materiali singolari come sassi di fiume, conchiglie, scorie di fusione, legno, plastica. Saranno principalmente opere uniche destinate al collezionismo e lavori originali di oreficeria contemporanea.
Luigi Stanchi (1901-1991). Nel 1919 è entrato nell’Accademia Albertina dove è uscito diplomato nel 1922; rientrato a Valenza ha svolto l’attività orafa di cesellatore, incisore e sbalzatore, ha insegnato nella scuola serale comunale che ha diretto poi sino al 1942. È stato docente nell’avviamento professionale sino al 1950 e poi nell’Istituto Professionale di Oreficeria. Si può comparare con i Post-Impressionisti francesi e alcuni famosi pittori italiani come Morandi, Casorati e Carena. Libero e naturale, le sue composizioni vanno dai ritratti alle nature morte e alla figurazione del paesaggio valenzano.
Luigi Visconti (1916-1996). Laureato in architettura presso il Politecnico di Milano e diplomato in scultura all’Accademia di Brera. Ha praticato la professione di scultore e architetto. Dal 1950 ha insegnato all’Istituto Professionale Orafo di Valenza dove è stato preside dal 1966 al 1969. Ha partecipato a molte esposizioni d’arte nazionali ed internazionali. Attraverso il marmo, il bronzo, la terracotta delle sue prestigiose sculture, ha espresso forme controllate e assorte, come negli eleganti e raffinati ritratti biografici maschili e femminili.