“Ho fiducia. Prima di Como ho visto i ragazzi piangere”
Di Masi: "La Coppa senza C e D? Decisione imbarazzante"
ALESSANDRIA – Non le manda a dire, Luca Di Masi. A chi ha stabilito che la Coppa Italia sarà solo per A e B il presidente dell’Alessandria dà un messaggio chiaro, lui che cinque anni fa, con una squadra di C, i suoi Grigi, ha consegnato, al calcio e a tutto lo sport una favola di cui ha parlato tutto il mondo. “Una decisione imbarazzante, anche incomprensibile dal punto di vista economico. E poi si indignano per la Superleague? Io sono per il calcio inclusivo e dei sentimenti. L’inclusione sono anche le squadre Under 23 dei club importanti. Bene ha fatto Francesco Ghirelli a intervenire – insiste Di Masi – citando proprio l’Alessandria. I modelli che funzionano all’estero possono anche essere imitati, penso all’Inghilterra, ma anche al Calais, in Francia. La Coppa, come era concepita, con i club di C e D, aveva anche una funzione sociale, per le realtà più piccole, ha avvicinato persone lontane anni luce dal mondo del pallone e le ha fatte appassionare. Potrei citare molti esempi. Insisto, il calcio esclusivo, quello delle elite, non è mio e non mi apparterrà mai”.
I tifosi sugli spalti? Dal 1° giugno almeno 1000 dovrebbero poter entrare: un motivo in più per fare tanta strada nei playoff
ADESSO I PLAYOFF
La Coppa a numero chiuso, però, l’Alessandria potrebbe giocarla vincendo i playoff: mancano 18 giorni al debutto, nei quarti da seconda classificata, come nel 2017, ma in una condizione ben diversa, soprattutto mentale. E con una squadra unita e non lacerata. “Quattro anni fa eravamo stati risucchiati, adesso ci siamo presi un posto che abbiamo dimostrato di meritare. Lo abbiamo fatto con una rincorsa straordinaria, che mi ha consegnato i valori, veri, di questo gruppo. Ne ero certo, li ho visti confermati sul campo. Una rimonta – sottolinea il presidente – che ha permesso, a tutti noi, di ritrovare la nostra gente, la forza e la carica che ci trasmette”. Sono gli ingranaggi su cui tanto insiste Moreno Longo, il valore aggiunto che muove la macchina.
Frenata solo all’ultimo atto. “Ricordo tutto delle 48 ore prima di Como. Come mi sono sentito? In quel momento morto. Al giovedì la squadra aveva fatto un allenamento intenso, tutti pronti, concentrati. Poi i tamponi positivi, la seduta saltata, tutti storditi. Ho visto le lacrime di chi è stato fermato – racconta ancora Di Masi – lacrime di rabbia, disperazione per non poter essere in campo con i compagni, perché quello volevano e volevamo tutti. Ho vissuto con la squadra e lo staff la notte in ritiro, in attesa dell’esito degli ultimi controlli, secondi che sembravano ore, i ragazzi che piangevano scoprendo di essere negativi, una liberazione, la possibilità di giocarsi quella opportunità che si erano costruiti. Certo, con energie mentali, e fisiche, sminuzzate dall’incertezza, dall’attesa. Non nelle condizioni per la vigilia della sfida più importante. Non lo dico per cercare alibi: è la storia di quelle 48 ore”.
Dopo quella di sabato, organizzeremo ancora amichevoli: Longo sa come sfruttare questi 18 giorni. Felice per i nostri giovani
LONGO AL MOMENTO GIUSTO
Nessun rimpianto in questo campionato? “Nessuno”. Se Longo fosse arrivato prima la classifica sarebbe stata diversa? “Longo è arrivato nel momento in cui c’erano le condizioni per questo matrimonio, che è stato anche rapido. Non credo proprio ci sarebbe state a settembre o anche dopo. E’ un allenatore di seria A e un professionista eccezionale che ci sta dando il massimo e con noi sta costruendo. Una scelta che giudico fondamentale“. E poi Longo i playoff li sa vincere anche dopo una promozione sfumata all’ultima giornata, come è successo a Frosinone. “I precedenti sono importanti“.
ALLA GIORNATA, CON FIDUCIA
Come vive il presidente l’attesa del debutto? “Alla giornata, ma non vorrei essere frainteso. Abbiamo imparato ad affrontare le sfide giorno per giorno. Lo faccio con fiducia totale nel gruppo, abbiamo il tempo per portare tutti nelle migliore condizione, anche sfruttando le amichevoli. Tre ragazzi sono già rientrati, spero di avere buone notizie, entro il fine settimana, anche per Eusepi e Frediani, e nei giorni successivi per Gazzi, Corazza e Poppa. Lo staff ha fatto un lavoro enorme: tutti asintomatici, abbiamo messo a disposizione dei giocatori anche tutta l’attrezzatura per il lavoro fisico a casa. Sabato, con la Folgore Caratese, non mi aspetto certo di vedere Casarini, Crisanto e Parodi, ma dai prossimi test sarà importante il rientro, e di partite penso ne organizzeremo un paio la prossima settimana”. Fra le note positive c’è l’esordio di Podda. “Con personalità, con qualità. Sono convinto che, senza lo stop per il covid, anche Poppa avrebbe avuto spazio: sono i risultati di un lavoro che portiamo avanti da anni, insieme a Nereo Omero, responsabile del vivaio, anche in una stagione ‘chiusa’ per le formazioni giovanili”.
A GIUGNO CON I TIFOSI?
I tifosi ritrovati sarebbe fondamentale averli anche sugli spalti. “Anche per questo il primo obiettivo è superare i quarti. In realtà si proverà ad arrivare fino in fondo davanti a tutti, una tappa alla volta. Da giugno sembra possibile aprire gli stadi fino a 1000 persone: aspettiamo l’ufficialità, ma dalle semifinali dovrebbe essere consentito. Quei 1000 Grigi pr noi varrebbero come diecimila e più”.