Premio Eternot? Alla cultura: tra i vincitori il liceo musicale Saluzzo Plana
In occasione della Giornata Mondiale delle Vittime d'Amianto
CASALE – L’anno scorso, a causa della pandemia, si era trasformato in un contest per giovani studenti. Quest’anno il premio Eternot, nato dal monumento composto da piante di davidia involucrata realizzato da Gea Casolaro nel 2016 al parco Eternot di Casale, che rappresentava un vero e proprio Oscar per l’impegno nella lotta alla fibra killer, si trasforma con un’edizione speciale: il premio Eternot per la Cultura.
«Il Premio Eternot è la dimostrazione concreta del riscatto di una città e di un territorio che hanno lottato e sconfitto la fibra killer – hanno spiegato il sindaco Federico Riboldi e l’assessore Maria Teresa Lombardi – un segno tangibile di quanto siano importanti la coesione e l’unione d’intenti per superare le avversità. Casale e il Monferrato devono guardare al futuro con orgoglio, per una bonifica diventata esempio internazionale, e con speranza, per trasmettere ai nostri giovani la voglia di costruire qualcosa di importante nel proprio territorio, anche attraverso la cultura. Quest’anno, inoltre, il Premio ha un valore ancor maggiore, perché sarà consegnato in un periodo che ci ha messo, e purtroppo ancora ci sta mettendo, a dura prova, diventando esempio tangibile della grande forza di ripartenza che è in tutti noi!».
«I luoghi dell’arte, che finalmente in questi giorni stanno riaprendo, sono ninfa vitale per la nostra vita, sono nutrimento, ci curano appunto. Oggi, come da ormai oltre un anno, siamo chiamati a raccogliere tutte le nostre risorse per fronteggiare una situazione difficile ed esasperante. I luoghi della cultura, i luoghi dove si fa produzione culturale, sono una grande fonte di pensiero, confronto, energie utili alla sanità singola e collettiva. Come diceva Louise Bourgeois “L’art est une garantie de santé mentale” e con questa iniziativa desideriamo sottolineare che l’arte è un’agente di cambiamento collettivo, come lo è il Vivaio Eternot con il suo Premio» dice Daria Carmi, curatrice del progetto Arte Pubblica per il Parco Eternot che ha portato alla realizzazione del monumento.
«Il Parco Eternot è curato da una rete di associazioni convenzionate con il Comune per la gestione quotidiana della piante. Questa rete raccoglie noi di Legambiente – spiega Vittorio Giordano Presidente del Circolo Verdeblu di Casale Monferrato – Oda Opera della Diocesi, Agesci-Aic, Avis, Masci, Ana e gli Alpini del territorio, Fiab Federazione Italiana Amici Bici, l’Istituto tecnico scolastico Agrario Vincenzo Luparia e la Società Orticola casalese. Speriamo di poter tornare ad organizzare il Premio Eternot e nel frattempo abbiamo voluto compiere in gesto di resilienza dando una risposta creativa a questo tempo di crisi, premiando i luoghi della cultura che hanno preso parte alla lotta per l’ottenimento di un mondo libero dall’amianto».
In un percorso aperto e collettivo, inclusivo di tutte le associazioni di volontari, guidato da Legambiente Circolo Verdeblu di Casale Monferrato con il patrocinio e la collaborazione del Comune e dell’Afeva, sono stati assegnati tre premi e tre realtà importanti del sistema culturale: Cinema Ambiente Torino, Parco Arte Vivente di Torino e il Liceo Musicale “Saluzzo-Plana” di Alessandria.
«Abbiamo premiato tre soggetti che esprimono anche tre “arti” differenti: il cinema, l’arte visiva e la musica. La vicenda amianto, a Casale è stata negli anni oggetto di interesse per registi teatrali e cinematografici, scrittori e musicisti – ricorda Giuliana Busto, presidente di Afeva Casale Monferrato – oggi ricordiamo che portare avanti il proposito di avere un mondo Amiantofree è possibile solo grazie alla cultura diffusa, una cultura che mette al centro l’essere umano e non interessi speculativi. Questi luoghi riceveranno una Pianta di Davidia Involucrata, simbolo del nostro Parco, della nostra città, del nostro dolore ma anche della nostra speranza entrando a far parte di una rete di soggetti attivi che in sinergia lottano per un futuro migliore».
I commenti dei vincitori
Gaetano Capizzi, direttore del Festival Cinemambiente: «La tutela dell’ambiente si lega inscindibilmente alla tutela della salute pubblica. Il tema dell’amianto è, quindi, stato ed è per noi un tema storico e ricorrente. Nel 2011, in particolare, abbiamo presentato un film-caposaldo, Polvere, il grande processo dell’amianto, di Niccolò Bruna e Andrea Prandstraller, che partiva proprio dalla vicenda giudiziaria dell’Eternit di Casale Monferrato per esaminare la diffusione dell’asbesto in tutto il mondo. Quello dell’amianto, infatti, è un problema tuttora aperto, su cui non bisogna abbassare la guardia, perché se in Italia oggi il suo utilizzo è vietato, in altri Paesi è ancora largamente diffuso. Per questo, il nostro Festival non ha mai smesso di ospitare film di produzione straniera che denunciano il fenomeno e le sue tremende conseguenze in varie parti del mondo».
Enrico Bonanate, direttore e Piero Gilardi, direttore artistico Pav Parco Arte Vivente: «Il Pav Parco Arte Vivente è un centro d’arte contemporanea che comprende un sito espositivo all’aria aperta e un museo inteso quale luogo d’incontro e di esperienze di laboratorio rivolte al dialogo tra arte e natura, biotecnologie ed ecologia, tra pubblico e artisti. Il senso del nostro lavoro ha a che fare con le possibilità trasformative dell’arte: è in quest’ottica che possiamo rievocare la partecipazione dell’artista Gea Casolaro alla mostra Resistenza / Resilienza, curata nel 2019 dallo stesso Piero Gilardi e Gaia Bindi. La mostra portava in scena storie capaci di ispirare un atteggiamento propositivo, resistente, capace di individuare un fattore nemico e combatterlo, o resiliente, in grado di ricostruirsi a seguito di un evento traumatico».
Enrico Pesce, insegnante e musicista: «Fatico a celare una profonda commozione per l’assegnazione del Premio Eternot per la Cultura 2021 all’orchestra del Liceo Musicale “Saluzzo-Plana”. Per un casalese d’adozione come me, un riconoscimento come questo rappresenta una meravigliosa testimonianza di affetto da parte di una città in cui ho lavorato e vissuto per vent’anni e a cui sarò legato per sempre. Con la musica scritta e realizzata per il film “Un posto sicuro” del regista Francesco Ghiaccio, ho voluto raccontare, dal mio punto di vista, il dolore di un dramma che dura e persiste da troppo tempo. I giovanissimi musicisti dell’orchestra, eseguendo in ogni concerto – e in ogni parte d’Italia- la musica di “Un posto sicuro”, raccontano ogni volta le vicende di una città e di un popolo bellissimi che, con fierezza, si sono ribellati alla violenza perpetrata per decenni da persone senza scrupoli. Casale Monferrato, con la sua gente, ha saputo risorgere e liberarsi dalla schiavitù del dramma dell’amianto, diventando il più fulgido esempio di rinascita in un mondo che ancora lotta per ottenere lo stesso risultato…Questo raccontiamo, io e i miei studenti, ogni volta che suoniamo quelle note».