“Lontani dai templi, i fratelli esercitano l’arte della pazienza”
Intervista a Stefano Bisi, attuale Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia A cura di Giulia Bocchio
ALESSANDRIA – Quali sono le ripercussioni concrete di un evento inaspettato come il Covid-19 quando si tratta di obbedienza massonica e, in particolare, del Grande Oriente d’Italia, la più antica e numerosa istituzione? Una catena d’unione interrotta per i liberi muratori, sospesi i riti di iniziazione al segreto e i passaggi di grado.
In un mondo in smart working la massoneria non usa certo Zoom e simili e allora, durante questa latenza umana, cosa succede alle e nelle logge? Ce lo racconta il Gran Maestro Goi Stefano Bisi, rieletto esattamente un anno prima che il mondo si fermasse. Per un libero muratore spiritualità e contatto umano sono i pilastri dell’obbedienza, così come la presenza fisica all’interno delle logge. Se internet, con le sue infinite possibilità, ha salvato alcuni settori, per la massoneria la questione è più complicata.
Gran Maestro Bisi, bentrovato. Massoneria al tempo del Covid: come cambiano i riti e la gestualità durante una pandemia globale?
I collegamenti fra fratelli si sono mantenuti è la ritualità che al momento è sospesa. Una ritualità che prevede strette di mano, abbracci e oggi tutto questo non è consentito. Lontani dai templi, in questo momento i fratelli esercitano l’arte della pazienza che insieme a quella della tolleranza e del rispetto aiuta a essere rispettosi delle regole. L’unica certezza che abbiamo è che a un certo punto la pandemia finirà.
Il Covid ha determinato un calo dei bussanti?
No. Ovviamente ad oggi le cerimonie di iniziazione sono sospese infatti ci sono tantissimi bussanti che attendono di essere iniziati. Un caso mi è molto dispiaciuto: c’era un bussante già votato per l’ammissione in loggia che aspettava la sua iniziazione, purtroppo non ha avuto il tempo, la sua situazione si è aggravata sino alla morte. Aveva questo sogno e non abbiamo avuto la possibilità di renderlo concreto. In ogni caso sono molti coloro in attesa.
Qual è in genere l’eta dei fratelli?
Ci sono fratelli di ogni età, fasce variegate e anche questo è molto bello. Una ricerca interiore è fondamentale. Io sono stato iniziato nel 1982, dunque molto giovane e la giovinezza garantisce un lungo periodo per crescere e un giovane iniziato ha davanti a sé un lungo cammino.
Pandemia e obbligate restrizioni hanno incentivato nell’uomo una maggiore possibilità di riflessione e conoscenza spirituale del proprio io profondo?
Una considerazione molto bella questa. Tanti fratelli la fanno in questa fase. Le limitazioni di incontro, le chiusure, dovrebbero stimolare una riflessione interiore sul senso della vita, sul senso della spiritualità. Da questa fase usciranno molte persone più consapevoli della necessità di incontrarsi, di fare un percorso di crescita spirituale interiore.
Cosa ci può raccontare di Alessandria e delle sue tre importanti logge?
Città che ho visitato diverse volte, sono stato alla Cittadella e ho presentato proprio in Alessandria anche un mio libro, Massofobia uscito nel 2018. È una delle città più significative dal punto di vista massonico, ci sono fratelli che sono un vanto per la nostra comunione piemontese, ma anche italiana in generale. Ho sempre avuto un’accoglienza molto bella qui.
La fratellanza nell’era digitale: come si conciliano massoneria e web, social media compresi?
Ci sono delle pagine web e social ma non è questo il Grande Oriente d’Italia, la nostra è un’esperienza fisica. Il percorso di iniziazione e le tornate rituali si devono fare in presenza, è un’immersione nell’esperienza la nostra, ci si guarda negli occhi e sono tutti aspetti che il web non può e non deve sostituire.
Si tratta anche di sicurezza, dal momento che su internet tutto può essere tracciato e intercettato, per la massoneria il web rappresenta un rischio?
Non è stato preso in esame questo aspetto. Chi vuole spiare ha comunque degli strumenti per farlo oggi. Certo è che vogliamo garantire il diritto alla riservatezza di tutti i nostri fratelli, rappresenta un diritto fondamentale, ci siamo battuti per questo. È importante essere consapevoli che un incontro su Zoom non potrà mai sostituire la bellezza di uno sguardo o la presenza in un tempio, che è un luogo sacro, dove si svolge la ritualità.
Ci sono dei bussanti che desiderano essere iniziati perché vicini alla morte, o per un senso di finitudine da interiorizzare? Qual è l’aspetto della morte nella massoneria?
In un passaggio del nostro rituale, quando si diventa Maestri si dice che “Il Maestro Risorge”.Per essere ammessi bisogna credere in un dopo, all’Oriente Eterno, dunque alla vita oltre la morte. Essere legati a un dopo, è un percorso di rinascita, un percorso di iniziazione: si entra in un modo e poi si rinasce in termini spirituali. Una rinascita che è un atto unico per ognuno, il che rappresenta qualcosa di molto importante e potente.