“Aiutiamo Arpa a salvare i bambini di Alessandria e Spinetta”
L'onorevole Zolezzi chiede l'intervento dei ministri. L'Istituto superiore di Sanità pensa a un'indagine di corte nella nostra zona
ROMA – Inquinamento Pfas: “Aiutiamo il direttore di Arpa Piemonte, Angelo Robotto, a salvare i bambini di Spinetta, di Alessandria e della Pianura Padana. Io lo sto facendo parlandone. La Conferenza dei Servizi Provinciale di Alessandria, rischia di autorizzare questa modifica di autorizzazione dell’Aia (si riferisce all’ampliamento della produzione del cC6O4 chiesta e ottenuta da Solvay Spinetta, ndr).
in questo momento mi risulta che solo Arpa Piemonte possa opporsi in base alla valutazione dell’efficacia dei lavori proposti da Solvay. Il direttore Robotto può salvare il futuro di Alessandria, può salvare il futuro dei bambini di Alessandria , dei bambini del bacino del Po, dei 24 milioni di persone ci vivono. Le acque di irrigazione si riempiranno di Pfas se viene rilasciata questa autorizzazione. E anche alcune acque potabili, perché ci sono captazioni anche potabili”.
E’ l’onorevole Alberto Zolezzi (M5S), componente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlate, a lanciare un messaggio forte che riguarda l’inquinamento in Veneto ma anche in Alessandria. Lo ha fatto questa mattina con un’interpellanza urgente al sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Oltre venti minuti di intervento accorato in Parlamento dove ha fornito dati precisi sulla situazione veneta, ma anche su quella spinettese, scandendo la necessità di un intervento urgente.
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“Siamo in un momento di transizione, sono necessarie scelte dolorose in merito alla politica industriale ormai fuori dal tempo. Bisogna riconvertire il polo Solvay di Spinetta.
I dati epidemiologici sulla popolazione sono preoccupanti. Con la Commissione ecomafie – continua – abbiamo chiesto i dati relativi ai lavoratori, non ce li hanno dati in Prefettura nell’ottobre scorso. Ma mi risulta che i lavoratori abbiamo 15 mila nano grammi di Pfoa nel sangue. Duemila nanogrammi su litro di cC6O4, dei lavoratori Solvay nel 2020, alla faccia del fatto che non è bio-accumulabile. Bastano, ripeto, 20 nanogrammi per influire nella risposta ai vaccini (anticovid) e nessuno si è preoccupato fino ad oggi di intervenire su questi lavoratori e sulla popolazione lì vicino”.
Zolezzi ha poi citato gli studi del professor Carlo Foresta proprio sulle conseguenze che i Pfas provocano sull’organismo.
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“E poi c’è il problema delle emissioni in aria. Probabilmente i lavoratori sono esposti alle emissioni in aria dei pfas, oltre ai limiti agli scarichi che devono essere normati in Italia.
I valori sono troppo superiori per la tutela della salute. Il disastro ambientale e i reati ambientali sono ancora vietati in Italia. Oggi, in particolare, l’Italia produce Pfas per esportali: quindi ci teniamo l’inquinamento e li esportiamo. C’è un’alternativa per ormai quasi tutti i prodotti.
Oggi una fabbrica, la Solvay a Spinetta Marengo – ad Alessandria – vuole però replicare la Miteni di Trissino, replicare questo orco. E prevede l’aumento della produzione del cC6O4 da 40 a 60 tonnellate. Producendolo proprio come faceva la Miteni. Questa fabbrica filtra circa l’88 per cento dei Pfas, e dice, “bene ne produco di più e filtrerà fino al 97 per cento”, scaricati nel fiume Bormida, nel Tanaro, e vanno nel Po. Ne finiscono circa 5 tonnellate di Pfas. Il problema di queste 5 tonnellate è che sono dell’ordine di grandezza di un milione di miliardi di volte più di quello che era la tossicità dei Pfas. È stato trovato il cC6O4 il provincia di Rovigo, a Castelmassa lungo il Po, con 85 nanogrammi su litro. E il Pfas è esclusivo della Solvay. Quindi una firma precisa.
Solvay, con questa produzione inquinerebbe oltre sei miliardi di metri cubi di acqua – continua Zolezzi – sei miliardi di metri cubi di acqua.
Poi dice che farà un metodo di osmosi inversa per filtrare ancora di più, passare dal 97 al 99,9 per centro di filtrazione. Ma questo metodo è sperimentale, non si sa assolutamente se a livello industriale potrà funzionare. Il cC6O4 è stato rinvenuto anche a valle della barriera idraulica della stessa Solvay di Spinetta.
I dirigenti di questa azienda sono stati condannati in Cassazione nel dicembre 2019 per “Disastro Ambientale colposo”, sversamento di cromo, solventi clorurarti e altre sostanze tossiche cancerogene. Dall’11 febbraio 2021 c’è una nuova indagine sulla stessa azienda. Nonostante questa sentenza la Solvay chiede alla Provincia di aumentare la produzione e di eseguire il ciclo produttivo completo. Questa produzione era prodotta anche prima a livello sperimentale, ma si è scoperto che erano esperimenti da 40 tonnellate. E produce anche Adv 7800, Pfas a catena lunga. L’Unione Europea, nel dicembre 2020 ha emanato la direttiva sull’acqua potabile che dice che i Pfas vanno normati anche agli scarichi. Normativa nazionale che in Italia manca. Se siamo europeisti, deve essere fatta molto presto”.
Alberto Zolezzi ha chiesto se possano essere prese iniziative in merito all’autorizzazione integrata ambientale riferito al caso di Spinetta, “aiutare il direttore Robotto e Arpa Piemonte, che può salvare i bambini di tutto il bacino del Po, e un terzo dei cittadini italiani che verrebbero esposti a queste schifezze. In relazione anche all’emergenza covid perché poi i rifiuti da Pfas viaggiano. I percolati, i rifiuti solidi sono già stati trovati in Sicilia, in Toscana e in Campania, rischiano di salire i valori in tutta Italia. E se si ritenga di programmare e di eseguire uno studio di corte epidemiologico, comunque adeguato per Alessandria e per le altre popolazioni esposte”.
Alberto Zolezzi è intervenuto anche dopo la risposta del sottosegretario Costa.
Andrea Costa, nel suo intervento, ha precisato: “L’Istituto Superiori di Sanità ha garantito la propria disponibilità di verificare l’opportunità ed eventuale fattibilità di uno studio di corte residenziale nell’area del comune di Alessandria.
Da ultimo lo stesso Istituto ha comunicato di essere coinvolto nelle attività relative all’implementazione della direttiva quadro acque che, in un’ottica di prevenzione per la salute umana, ha il fondamentale obiettivo di perseguire e accertare un buono stato chimico ed ecologico di tutti i corpi idrici superficiali e sotterranei. Garantendo la salubrità degli ecosistemi acquatici europei. In tale contesto, al fine della revisione della direttiva Ue, è in corso un’attività relativa alla selezione di future sostanze prioritarie e dalla definizione di standard di qualità ambientali ambientali per diverse sostanze chimiche, tra cui l’intero gruppo di Pfas”.