“Questo è un punto di partenza, non il traguardo”
Longo: "Abbiamo colpito la Pro usando le sue armi: non l'abbiamo fatta giocare"
VERCELLI – “Abbiamo scelto di colpire usando le armi che, solitamente, sono quelle che la Pro Vercelli usa di più: non far giocare l’avversario. Ci siamo riusciti“. Perché un derby è, anche, una partita a scacchi, in cui ogni mossa deve servire a dare ‘scacco matto’: come ha fatto Moreno Longo nella gara più importante. Ha cambiato volto all’Alessandria e disorientato la Pro, pronta a ‘sporcare’ il 3-5-2 dei Grigi. E’ successo l’esatto contario: i padroni di casa non hanno giocato perché gli ospiti hanno impedito loro di farlo. “Li abbiamo aggrediti alti, attaccando la profondità. Adesso parliamo di scelta giusta, sono contento, perché c’è stata l’interpretazione corretta e, soprattutto, la vittoria, ma non dimentichiamo mai il contesto: una avversaria forte, molto ben allenata, che insieme a noi, e ad altre formazioni, si giocherà carte importanti fino alla fine“. Dunque, più che mai dopo questo successo, corsa a quattro: Como, Pro Vercelli, Alessandria e Renate, senza pensare troppo a quello che è successo, ma guardando avanti.
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IL PESO DELLA PRESTAZIONE
L’aveva detto, Longo, alla vigilia: la continuità è, prima di tutto, nella prestazione. E l’Alessandria ha vinto con la prestazione: tanta qualità, letture azzeccate, una condizione fisica spettacolare, che ha permesso di aggredire dal 1′ al 94′, e l’avversario, braccato, è andato in crisi, ha perso equilibri, ha sbagliato e ci sono voluti quattro cambi per provare, almeno, a rimettersi in ordine. “Una prestazione di spessore, consapevoli, però, che questa prova, e questa vittoria, sono un punto di partenza: voliamo basso, restiamo umili. Questa è la base, non il traguardo, dobbiamo evitare di cadere in qualche estemporaneità. Mettiamoci in testa che partite come questa non funzionano solo per una notte. Dobbiamo ripeterle“.
Certo, adesso il campionato è riaperto ed è merito dei Grigi. “Ma le prospettive non cambiano, si va avanti di partita in partita. La prossima (domenica con la Lucchese, ndr) sarà la più importante, con il profilo che abbiamo avuto nelle ultime gare”. Ecco che la continuità, sotto forma di prestazione, diventa cruciale.
L’entusiasmo dei tifosi ci fa bene. Mi piacerebbe creare una coesione forte, è la base per grandi risultati
CAMBI NECESSARI
Era già successo contro il Renate, con Giorno: sostituire un giocatore subentrato non è una scaramanzia che funziona, è una mossa ragionata. “In una gara come questo derby, avere due terzi della linea arretrata ammoniti, Bellodi e Macchioni, è un rischio, specie contro avversari bravi nell’uno contro uno. Ho preferito mettere Parodi dalla parte di Rolando. Anche Macchioni capirà, come è stato giovedì per giorno, che il bene della squadra viene prima di qualsiasi tipo di scelta“. Difesa registrata e, dietro, un baluardo come Pisseri, poco impegnato, ma attento e determinante nell’unico episodio. “Due volte è stato chiamato in causa, una su azione e una su calcio piazzato. Ma è stato molto bravo a ‘pulire’ sempre l’area sulle palle inattive e sui cross un po’ più frequenti nel quarto d’ora finale. Abbiamo fiducia e stima, e lui lo sa”.
Il bene della squadra viene prima di qualsiasi scelta. Sono un po’ preoccupato per le condizioni di Sini
PERFEZIONE CERCASI
La differenza si è vista nell’uno contro uno: l’Alessandria ha vinto tutti i duelli, forte anche di una condizione atletica eccezionale e, anche quando c’è stato un calo inevitabile, non ha mai sbandato, perché si è compattata. Prestazione perfetta? “Non sempre. Una squadra perfetta questa gara la chiude prima perché le occasioni per farlo le ha avute. Già nel primo tempo il doppio vantaggio ci stava tutto”. La mossa ulteriore? “Migliorare il cinismo, per fare il salto di qualità. Perché, poi, nell’ultimo quarto d’ora scatta quella che io chiamo la partita nella partita, in cui schemi e atteggiamenti possono saltare. A quel momento non dobbiamo arrivarci, perché la gara deve già essere in archivio”.
PROMOZIONE DIRETTA?
Battuti Renate e Pro Vercelli, è tornato il pensiero della promozione diretta? “Ci sono ancora tante partite e molti punti. Non ci dobbiamo precludere nulla. Abbiamo squadre ancora davanti e dobbiamo inseguire. Lo spirito è giusto, ma non dobbiamo mollare di un centimetro, da qua alla fine“. Certo, una serata speciale, per Moreno Longo che, da ex, segna il gol più pesante. “Ho gratitudine verso questa città, ci siamo scambiati tanto, da giocatore e da allenatore, qui ho centrato due salvezze: da calciatore a Palazzolo, in una situazione difficile, e poi la conferma, fantastica in B, dalla panchina. Io insisto molto sulle palle inattive, fanno parte dell’organizzazione di una gara: ha funzionato, ma il merito dei ragazzi. Vedete progressi? Anche io, ci lavoriamo molto e fa parte di quella cura dei dettagli che meritano attenzione e lavoro“.
Unica nota ‘stonata’: la preoccupazione per l’infortunio a Sini, dopo 7 minuti: nelle prossime ore si conoscerà una diagnosi esatta. “Mi auguro la migliore, per il ragazzo e per noi: Simone ha un piede importante, in fase offensiva, sulle palle inattive, e ci stava dando ottime soluzione”.
LA SPINTA DELL’EUFORIA
Al triplice fischio è esplosa l’euforia del tifo, che manca sugli spalti (purtroppo), ma si è scatenato ovunque. Sarà un aiuto per la squadra? “L’entusiasmo fa parte del percorso che stanno facendo i ragazzi. Noi sappiamo quanto conta l’affetto dei tifosi, il Moccagatta è un valore aggiunto, la tifoseria è un uomo in più, mi piacerebbe una coesione forte, perché solo con questa positività si possono creare grandi risultati”