“Dolcissime” e “Arianna”: le storie al femminile di Francesco Ghiaccio
Il cortometraggio di Francesco Ghiaccio verrà presentato venerdì 26 febbraio prossimo, alle 21 nel contesto dell?iniziativa ?Progetto Genitori?
CINEMA – È recentemente approdato sulla piattaforma di Rai Play “Dolcissime” (2019), l’ultimo lungometraggio del regista monferrino Francesco Ghiaccio, già autore nel 2015 di “Un posto sicuro”, film prezioso nel suo racconto, scabro e partecipato, della tragedia dell’Eternit, la multinazionale belga-svizzera che ha legato il suo nome sin dagli inizi del secolo scorso allo sfruttamento intensivo dell’amianto, venendo poi accusata di omicidio colposo e disastro ambientale.
Come sappiamo, l’amianto è ancora oggi in uso in diverse zone del mondo, dall’India, alla Cina, al Brasile: a Casale Monferrato, dove il film di Ghiaccio è ambientato, lo stabilimento – il più grande d’Europa – che lavorava questo materiale altamente inquinante è stato chiuso a metà degli anni Ottanta, ma è arrivato nei decenni precedenti a ospitare 2500 operai, con un bilancio complessivo di 2000 vittime di mesotelioma nella sola cittadina in provincia di Alessandria.
Ghiaccio, tuttavia, non ha soltanto saputo raccontare con estrema efficacia una drammatica realtà dei nostri giorni: è riuscito anche – con lo sguardo attento e partecipe sia del docente che del regista – a scandagliare il mondo interiore degli adolescenti, specialmente nella sua dimensione ‘al femminile’: con “Dolcissime”, anzitutto, ma anche con il cortometraggio “Arianna”, realizzato nel 2013 in collaborazione con docenti e studenti dell’Istituto Leardi di Casale Monferrato.
Le ‘dolcissime’ di Ghiaccio sono rotonde, hanno forme morbide e burrose, caratteri non spinosi, accomodanti ma determinati ad affrontare le difficoltà che l’adolescenza, il quotidiano, la loro essenza sia esteriore che interna, profonda, comportano: sono Mariagrazia (Giulia Barbuto Costa Da Cruz), Chiara ((Margherita De Francisco) e Letizia (Giulia Fiorellino).
Mariagrazia, Chiara e Letizia sono tre ragazze torinesi come tante, con il loro corredo di sogni e ideali, aspirazioni, cotte adolescenziali, divise tra studio e passioni, voglia di rispettare le regole e desiderio di infrangerle: sono bellissime, un nucleo ancora magmatico e arruffato, pieno di contraddizioni, con tante insicurezze e altrettante speranze nel futuro.
Di diverso, almeno agli occhi del mondo, della nostra società omologata e omologante che giudica e tratta ferocemente, praticando l’esclusione, chi non si conforma ai canoni imperanti di bellezza, le tre ragazze hanno soltanto l’aspetto esteriore, il corpo pieno, appunto, prepotente e visibile nelle sue curve.
Per questo motivo Mariagrazia, Chiara e Letizia vengono prese in giro, derise, vessate anche nel contesto scolastico, a tratti poco comprese o scarsamente supportate dalle loro stesse famiglie (la madre di Mariagrazia – interpretata da Valeria Solarino – ex campionessa di nuoto sincronizzato che nel post- maternità è diventata allenatrice, tollera a stento le rotondità della figlia, costringendo lei e le sue amiche a frequentare un corso di acqua-gym).
Arriverà, tuttavia, il ‘rendez vous’ con la vita, la necessità di crescere, di affermare autonomia e identità, di trovare una voce autentica, un posto nel mondo: attraverso lo scontro iniziale con la loro compagna di scuola Alice (Alice Manfredi), irritante campionessa della squadra di nuoto sincronizzato, le tre amiche conquisteranno finalmente una grandiosa occasione di riscatto.
Sulla sceneggiatura dell’attore Marco D’Amore (convincente partner di Ghiaccio sin dai tempi di Un posto sicuro: i due hanno fondato insieme una propria casa di produzione) e sulle musiche di musiche originali composte per il film da Enrico Pesce, docente del liceo musicale “Saluzzo-Plana” di Alessandria, il regista costruisce un contesto narrativo convincente, con una struttura leggera ma capace di raccontare con immediatezza, empatia nei confronti delle protagoniste e intelligenza tematiche complesse quali il ‘body shaming’, il bullismo e il cyberbullismo, le sfide dell’adolescenza e il difficile processo di crescita e maturazione. Il tutto declinato al femminile, per affrontare anche la prospettiva di un doppio sguardo: quello delle donne (delle giovani generazioni, soprattutto) su sé stesse e quello della collettività su di loro.
Un connubio difficile, edificato sulla complessità e su infinite distorsioni, ma da coltivare con impegno e trasparenza, se si vuole contribuire in maniera non distopica alla costruzione del futuro.
Nel corso della presentazione di Dolcissime al Giffoni Film Festival – nel 2019 – Francesco Ghiaccio ha così spiegato le motivazioni che l’hanno condotto alla realizzazione del film: «In realtà, Dolcissime è stato scritto prima di Un Posto sicuro. Ma dopo un film come quello, un’esperienza che mi ha toccato così da vicino, non avevo quasi più voglia di farlo. Mi dicevo cosa mi metto a fare, un film frivolo? Poi ho capito che sotto la superficie c’erano problemi che riguardano tutti: il primo, il più importante l’accettazione di sé stessi. Se c’è un tema che deve ancora essere trattato? Tutti e nessuno, nel senso che quando tu lo avverti come necessario, allora è necessario anche per il pubblico. Come con i supereroi, salvando sé stessi salvano anche gli altri».
Lo stesso tema dell’accettazione e della conoscenza di sé, ancora una volta declinato al femminile, attraversa in filigrana il cortometraggio “Arianna”, girato da Ghiaccio due anni prima rispetto a “Un posto sicuro”, in collaborazione con Alessandro Azzarito e Amos Maccanti dell’allora 5ªB dell’Istituto Leardi, e con alcuni fra i suoi studenti.
Il cast è composto da Francesca Giglione (Arianna), Andrea Agliotti Emilio Bonelli, Oscar Breda, Beatrice Leoni, Luca Lombardi, Lara Miceli, Paolo Pizzo e dagli alunni partecipanti delle classi quarte del corso Grafico Pubblicitario del 2013, all’interno del progetto scolastico ‘Filmando’ con sede presso l’Istituto Leardi.
“Arianna” è la storia di una ragazza che fugge dal proprio quotidiano per rimettere in ordine i conti con il proprio passato, intorno a cui ruota il mistero del film. Ma è anche la storia dei suoi amici e compagni di scuola, dei suoi docenti, della famiglia e del mondo che le ruota intorno, in una rappresentazione incisiva e toccante dell’adolescenza.
Il cortometraggio di Francesco Ghiaccio verrà presentato venerdì 26 febbraio prossimo, alle ore 21, su piattaforma Zoom, nel contesto dell’iniziativa ‘Progetto Genitori’ e del Cineforum on line ‘Guardiamo un corto insieme?’, organizzato dall’Associazione Cultura e Sviluppo di Alessandria e Lessico Familiare in collaborazione con La Voce della Luna-Associazione di cultura cinematografica e umanistica, FIC (Federazione Italiana Cineforum), Gapp, CsvAA.
Il link di accesso sarà inviato a coloro che avranno effettuato l’iscrizione su: www.culturaesviluppo.it/prossimi-eventi