L’attacco che fatica. E sbaglia dal dischetto
Frediani più vivace, ma la traversa è più errore nel tiro che sfortuna
ALESSANDRIA – Due rigori consecutivi sbagliati al Moccagatta, con il Lecco e con la Giana: interpreti diversi, ma il risultato sono quattro punti in meno, con un peso grande per una squadra che deve rincorrere e non può permettersi di buttare via occasioni simili, match point come almeno una delle tre traverse, la prima, colpita con la porta sguarnita. Anche se a Longo la prestazione è piaciuta, per intensità e pericolosità, la sensazione di una manovra ancora prevedibile e con un ritmo assolutamente da alzare.
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PISSERI – Inoperoso: non una sola parata degna di nota, solo ordinaria amministrazione, perché la Giana entra poco in area, una sola volta nel primo tempo (Perna sull’esterno della rete), ma nella ripresa. Comanda i compagni con forza e aiuta, a suo modo, la squadra a stare alta: 6
PRESTIA – Attento: dalla sua parte non si passa, gli anticipi giusti, con la superiorità numerica dà un contributo in fase offensiva, anche se le conclusione, di piede, non sono il suo forte: 6
DI GENNARO – Manovratore; nel primo tempo, sprattutto, la manovra parte da lui, che aiuta la squadra a stare alta. Non coincede mai spazi, sulla palla arriva sempre lui, pulizia e sicurezza negli interventi. Meriterebbe il gol, trova la traversa: 6.5
SINI – Propositivo: compiti difensivi ne ha davvero pochi, per l’atteggiamento della Giana, specie dopo l’espulsione,e allora prova a dare il suo contributo anche in fase offensiva, cone siti alterni. I calci piazzati li batte quasi tutti lui, ma, almeno oggi, non sembra il piede migliore della squadra: 6
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PARODI – Mobile: se si guardassero solo i chilometri percorsi, meriterebbe un voto discreto. Ma non basta correre, bisogna anche finalizzare. Meglio alcuni suggerimenti, pure un colpo di testa nel primo tempo. Gli manca ancora di saltare l’uomo e questo lo rende prevedibile: 6
CHIARELLO – (dal 34’st) Ininfluente: dovrebbe avere almeno la spinta in più dell’ex che vuole dimostrare di poter fare la differenza. In realtà, riesce solo a mettere in area un paio di cross controllati dalla difesa: 5.5
CASARINI – Nascosto: per un tempo non sivede quasi mai, come se sfuggisse alla manovra. Almeno nella ripresa si scuote un po’, qualche inserimento, e scarico su Parodi, un colpo di testa controllato, e poco altro: 5.5
GAZZI – Pulito: anche Longo gli riconosce la pulizia nelle giocate, il senso della posizione, la lettura anticipata delle giocate degli avversari. Recupera palli, li distribuisce, il tecnico chiede a tutti di far passare il gioco dal capitano: 6.5
DI QUINZIO – Frenato: per caratteristiche dovrebbe essere il miglior suggeritore, con giocate in profondità, e anche il giocatore capace di creare superiorità con l’uno contro uno. In realtà solo poco sprazzi, spesso prevedibili, e anche poca continuità: 5.5
CELIA – Volenteroso: impegne da vendere, condizione (migliore) ancora da trovare dopo il lungo stop per il covid. L’allenatore gli chiede, di continuo, di “alzarsi”, quando lo fa trova più facilmente varchi per gli inserimenti: 5.5
FREDIANI – (dal 12’st) Dinamico: con il suo ingresso la squadra cresce in fantasia, accelerazioni e dinamismo. Guadagna un rigore (poi fallito), ma quando, al 18′, ha la palla per calciare a porta sguardnita, la traversa non è è solo, e non è tanto, sfortuna, ma è errore: 6
EUSEPI – Affannato: se uno come lui, che sa giocare, più di tutti, spalle alla porta, al servizio della squadra, fatica anche in questo ‘pezzo forte’ del suo repertorio, allora significa che qualche problema c’è e va affrontato e risolto. Perché un Eusepi spento e quasi sempre raddoppiato non garabtisce il contributo che serve: 5.5
STANCO – (dal 24’st) Incompiuto: la prima punta abile nelle palle alte, dimentica negli spogliatoi questa caratteristica peculiare, elimitando così il suo contributo in fase offensiva: 5.5
CORAZZA – Determinante: e in negativo, perché il match point dal dischetto avrebbe richiesto una trasformazione più decisa, centrale, forte. ‘Procura’ la superiorità numerica nell’unica progressione centrale, mette in area il pallone che Frediani poi calcia sulla traversa, ma il contributo complessivo è troppo sterile e leggero: 5