I miracoli di Pisseri, la fatica di Eusepi
Il portiere è sempre decisivo. Insufficienti le prove sulle corsie esterne
ALESSANDRIA – Sempre a -8 dalla vetta. Cambia solo la capolista, perché il Como, scavalca di nuovo il Renate. Ma l’Alessandria non accorcia: avrebbe potuto trovarsi a -6, rosicchiando un altro punto, invece è addirittura fuori dal podio. Con troppi giocatori, specie in avanti, al di sotto del rendimento.
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PISSERI – Salvatore: a forza di collezionare il titolo di ‘migliore in campo” è destinato a occupare la vetta della classifica di rendimento. Almeno quattro interventi decisivi, comanda la squadra, aiuta i compagni a non esporsi alle ripartenze degli ospiti. Le espressioni di plauso per lui si sprecano, ma se il portire è sistemanticamente l’mvp, allora c’ è qualcosa (molto) da ripensare: 8
PRESTIA – Naturale: torna a destra, la sua posizione naturale, e negli anticipi mette grinta, è deciso, spesso gli tocca di frenare Iocolano ed è duello bello a vedersi, anche interpretato in maniera più che sufficiente. La sua solidità deve diventare un valore aggiunto: 6
DI GENNARO – Il debuttante ha l’autorità di un veterano della maglia grigia. Legge in anticipo i movimenti, è rarissimo che si provi anche solo a sorprenderlo. Sfiora il gol nel recupero, e saberre stato il tripudio, peccato per il giallo che lo obbligherà a saltare il derby a Novara: 6.5
SINI – Mancino e, per di più disinvolto, entra subito, e bene, nei movimenti della squadra. Deciso negli anticipi, si produce anche in qualche inserimento, Vivace il duello con Masini. Ci prova anche sui calci piazzati: 6
PARODI – Duellante: i duelli non si contano, a destra dove inizia, e a sinistra dove gioca l’ultima mezzora. Mette grinta, prende e distribisce colpi (a punizioni), si abbassa spesso, ma alla distanza perde in lucidità, si fa saltare e i cross non sono mai ghiotti da sfruttare: 5.5
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CASARINI – Altalenante: è la terza opportunità che Longo gli concede, la prima da titolare. Dovrebbe sfruttarla meglio e, invece, è ancorea involuto e insicuro nella prima frazione. Un po’ più convinto nella ripresa, quando va anche a procurarsi il rigore:5.5
GIORNO – Geometrico: almeno così vorrebbe essere, ma gli riesce solo in parte. Di più nel primo quarto d’ora, quando il Lecco gli concede spazio (che dovrebbe sfruttare di più) e la manovra passa o, addirittura inizia da lui. Ancora troppi palloi persi o da gestire meglio: 6
FREDIANI – (dal 34′ st) Ritrovato: dopo tre mesi entra con voglia. La condizione arriverà, ma un paio di spunti svelano le sue potenzialità: 6
DI QUINZIO – Tecnico: usa l’arma che più è nel suo dna, la tecnica, appunto, e la qualità nelle giocate negli spazi stretti. Deve, però, alzare l’intensità, altrimenti rischia di essere prevedibile e aiutare meno la squadra: 6
BRUCCINI – (dal 25’st) Avanzato: con il suo ingresso l’Alessandria dà l’impresione di alzare il raggio di manovra e, anche, la pericolosità, anche se non ha anhcora il passo per spostare gli equilibri del gioco. Dovrebbe essere più convinto della sua parte di mezzala offensiva: 6
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RUBIN – Insicuro: stupisce, da una della sua esperienza, ma commette errori da cui nascono le azioni più pericolose del Lecco. In compenso, gli riescono solo un paio di sovrapposizioni e anche i cross, che sono un pezzo del suo repertorio, latitano: 5
MORA – (dal 17’st) Sfortunato: qualche progressione convinta a destra, anche se non sviluppata fino in fondo. Nel finale il brutto infortunio muscolare, per il quale si teme uno stop non breve: 5.5
EUSEPI – Decisivo: questa volta, però, in negativo. Non c’è solo la trasformazione sbagliata del rigore, perché non riesce mai a entrare in partita, come se fosse appannato, senza idee e fuori dal gioco: 5
ARRIGHINI – (dal 17’st) Mobile: cattacca di più la profondità, prova a togliere punti di riferimento alla difesa avversaria, anche se pure per lui la pericolosità è davvero poca: 5.5
CORAZZA – Opaco: poca reattività, qualche buona giocata, come l’assist per Parodi nel primo tempo, eppure avrebbe colpi e cambio di passo per mettere in difficoltà la difesa lecchese. Non gli riesce quasi mai: 5.5
STANCO – (dal 34’st) Sacrificato: ha centimetri che possono diventare un valore aggiunto di un finale concitato. Ma se i palloni deve andare a conquistarli sulla trequarti, difficile poi che sia anche in area per sfruttarli: 5.5