Longo: “Abbiamo la fortuna di essere all’Alessandria. Meritiamocela”
Il nuovo tecnico è convinto: "Il calcio non si fa con i nomi". Poco tempo? "A sufficienza, fino al 2023"
ALESSANDRIA – Chi è cresciuto al Filadelfia non può non sentirsi a casa al Moccagatta. E poi il Mocca Moreno Longo lo conosce bene, da calciatore e sa che le similitudini sono forti. Nel tempio granata è cresciuto con i valori di un piccolo mondo antico, ma moderno. “Una scuola di vita“. Già, i valori, quelli che gli fanno anticipare quello che dirà ai giocatori, fra poco, alle 15, quando dirigerà il primo allenamento. Convinto che “le vittorie non le fanno i nomi, ma si costruiscono tassello dopo tassello. Mai pensare che qualcosa ci deve essere concesso perché noi siamo l’Alessandria: ci dovremo fare sempre rispettare, ma questo rispetto e questa stima ce la dobbiamo costruire noi. Con il nostro atteggiamento, che non ammette mai superficialità. Siamo fortunati a far parte di un progetto come quello dell’Alessandria: dobbiamo, tutti, dimostrare che meritiamo questo privilegio”.
Cosa dirò ai giocatori fra poco? Di diventare squadra, il più presto possibile. Con una identità precisa. Chi scende di categoria, deve andare ancora più forte
La scelta del presidente ha detto proprio questo: ha aperto il libro su una nuova pagina, ma chi vuole stare fra i protagonisti deve dimostrare di essere all’altezza. Alibi ulteriori non ce ne sono. “Cosa chiederò ai giocatori? Di diventare squadra il più presto possibile, avere una identità, essere riconoscibili. Avere le idee chiare su cosa richiede la categoria, avere compattezza nell’affrontare le situazioni e nella lettura dei diversi momenti. Quello che è successo prima non interessa, nessuno ci regalerà nulla, al contrario, ma, insisto, noi dovremo guadagnarci il rispetto e dimostrare, a noi stessi, e a tutti, che chi ci ha scelti ha fatto bene, perché siamo pronti a dare tutto per questo progetto“.
Scelta controcorrente?
A chi, anche nelle ultime ore, ha fatto notare che per uno che ha sempre allenato in B e in A affrontare una sfida in C è una scelta controcorrente, Moreno Longo ha risposto, e risponde, che “le scelte belle, quelle da fare, sono quelle che accendono motivazioni particolari, con valori e obiettivi che le rendono affascinanti. Nei pochi incontri il presidente mi ha trasmesso energia. Scendere di categoria non mi crea problemi, anzi mi stimola a dare ancora di più e mi carica di responsabilità che mi piace prendermi. Devo calarmi velocemente in un campionato che ho sempre visto da spettatore, in cui c’è una pressione forte, bisogna avere la capacità di lottare sempre, sul campo della prima come di chi è nelle posizioni più basse. La C è la categoria che non ha partite più facili”.
Solitamente un cambio in panchina avviene quando una formazione naviga sul fondo: l’Alessandria cambia per salire, con una rosa così forte che rende francamente inaccettabile vederla a 11 punti dalla prima. “Il nome dei calciatori non è garanzia di successo. La vittoria si costruisce sul campo: chi scende da serie superiori deve avere ben chiaro in testa che dovrà andare ancora più forte e rendere ancora di più”. In sintesi: la C, soprattutto all’Alessandria, è una fortuna di pochi, che va ripagata e non sperperata.
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Il modulo? La rosa è stata costruita per il 3-5-2 o il 3-4-3, ma prima voglio allenare i giocatori: le scelte giuste si fanno sul campo
Il tempo giusto
Diciannove partite, 11 punti da rimontare per centrare l’obiettivo diretto. Poco tempo a disposizione? “Di tempo credo di averne a sufficienza, fino al 2023. E’ chiaro che cercheremo di salire subito, ma se se in questi tre – quattro mesi non dovessimo riuscirci, fin da oggi lavoriamo per costruire le condizioni, da sviluppare nei prossimi due anni”. E non è, questo, un modo per allontanare la pressione da sè e dalla squadra, perché, anzi, Longo la vuole tenere altissima. “Il progetto inizia oggi, noi dovremo realizzarlo, con ferocia e determinazione”.
Identità da trovare
Con quale modulo giocherà l’Alessandria di Moreno Longo? “Ho visto molti filmati e so che questa rosa è stata pensata e costruita con interpreti per il 3-5-2 o per il 3-4-3. Prima di dare numeri, però, voglio allenare questo gruppo, perché solo allenando i giocatori possono capire meglio quali possono essere le soluzioni migliori. Chiaro che una mia idea l’ho, ma è il campo, e le persone che vanno sul campo, che mi dovranno indicare come rendere al massimo e trovare i giusti equilibri. Ai ragazzi ribadirò che nessuno ci regala nulla e che noi, che siamo l’Alessandria, e abbiamo l’opportunità di essere parte di un grande progetto, spetta il compito di essere squadra che si guadagnerà tutto perché lo vuole e se lo va a prendere“.
Il nuovo staff
Insieme ad Angelo Gregucci – “un amico e un collega che stimo molto e che saluto” – hanno lasciato i Grigi anche Marco Martini e Stefano Bortolan, che Di Masi e il ds Artico hanno ringraziato per tutto quanto hanno fatto. Con Longo arrivano il vice, Dario Migliaccio, e il preparatore atletico Paolo Nava. “Da anni fanno parte del mio staff, ringrazio il presidente per avermi permesso di averli con me. Sono collaboratori fondamentali: Dario e Paolo hanno grande professionalità e affidabilità. Lo staff è un valore aggiunto“.