Centrocampo e identità tattica: il mercato è alle porte
Servono rinforzi nell'unico reparto che è rimato quasi invariato rispetto allo scorso anno
ALESSANDRIA – Lunedì 4 gennaio, per molte squadre, sarà l’inizio della rivoluzione. Fino al 1° febbraio, quando chiuderanno i trasferimenti: quattro settimane per rimodellare le rose e inseguire, possibilmente raggiungere, obiettivi che, oggi, sembrano meno vicini di quanto si pensasse (e sperasse) a inizio stagione. E’ il caso dell’Alessandria. “Due uomini a centrocampo? Quando sarà il momento, penseremo al mercato” la risposta di Angelo Gregucci sulla necessità di inserire interpreti diversi nell’unico reparto che, in estate, è cambiato quasi nulla, a parte la fascia destra.
Però è una urgenza, perché è proprio in mezzo che i Grigi hanno palesato limiti. Ci sono ragionamenti da fare a priori, ad esempio se Casarini è un titolare o una alternativa: serve una scelta, perché quando la squadra ha trovato equilibri, con Gazzi titolare, anche l’ex Novara ha giocato le sue gare migliori. Il capitano potrebbe essere pronto per l’inizio del girone di ritorno, ma con la consapevolezza che dall’ex granata non si possono pretendere i 90 minuti e l’alternativa, si è visto in questi due mesi, in rosa non c’è. E su Gazzi ha fatto più di un pensiero il Padova: anche se resterà, come è auspicabile, un elemento con le sue caratteristiche va aggiunto. Uno come Davide Agazzi, classe 1993, in uscita da Livorno, che piace anche in B, al Venezia, e pure sempre al Padova, che deve aggiungere perché, come l’Alessandria, vuole vincere il campionato (nel girone B). Il Pordenone metterà sul mercato Luca Tremolada, classe 1991, che però è più un trequartista, anche se lo scorso anno è stato fra i protagonisti della serie A sfiorata dai ramarri.
Proprio pr il centrocampo l’Alessandria guarda alla serie B, anche per aggiungere fisicità nella linea mediana: non può, anzi non deve, più succedere che tutto il peso dell’interdizione sia sulle spalle di Castellano o che si abbandoni il 3-5-2 per rifugiarsi nel 4-4-2 per evitare di subire infilate ovunque, come è successo a Crema, cambiando ancora i compiti di Di Quinzio, che è mezzala e non mediano, e rinunciare a lui nella sua posizione naturale sarebbe un errore.
Otto punti da recuperare al Renate e quattro al Como sono molti, ma non un gap impossibile, però non si possono più sbagliare le scelte e per farlo bisogna avere le idee chiare su identità tattica (ancora da definire) e ruoli. Non si aggiunge per fare numero, ma per provare a vincere il campionato.