Tragedia Quargnento: iniziato il processo ai coniugi Vincenti
Le parti hanno dato il consenso all'acquisizione degli atti
ALESSANDRIA – ORE 13.45 – La Corte ha rigettato la richiesta della difesa: no alla perizia psichiatrica.
Si torna in aula l’11 e il 25 gennaio, e l’8 febbraio è prevista la sentenza.
ORE 13.20 – È stato il procuratore Enrico Cieri ad introdurre il tema della consulenza tecnica sulla capacità di intendere e di volere di Vincenti. Il Pm si è opposto fermamente, non ritenendone sussistenti i presupposti. Enrico Cieri ha inoltre ribadito come Giovanni Vincenti pianificò, dal luglio 2019, l’atto che poi materializzò il 5 novembre.
“Questa paralisi emotiva – ha spiegato il procuratore Cieri – questo condizionamento psicologico di Vincenti è difficilmente apprezzabile secondo quanto si legge e abbiamo udito oggi, a fronte di una vicenda che non nasce in modo improvviso, concitato, ma secondo ciò che Vincenti stesso ha confessato, nasce nel luglio 2019, quando l’imputato con la moglie comincia ad acquistare queste bombole di gas che gli avrebbero consentito di realizzare il progetto di distruzione fraudolenta dell’immobile. Si concreta nell’agosto 2019, quando viene perfezionato e sottoscritto un contratto di assicurazione di quell’immobile, matura ulteriormente con ulteriori fatti, con l’acquisto ad esempio di un flessibile per recidere le grate, e simulare un’effrazione da parte di terzi, l’acquisto dei timer, infine la presenza di Vincenti richiamato dai Carabinieri sul luogo, e presta una qualche forma di aiuto nei confronti delle vittime. Questo è un disegno che a me pare cosi pianificato, progettato, cosi accuratamente eseguito, che le osservazioni del disturbo della personalità, della paralisi emotiva, dell’anestesia emotiva, c’entrino ben poco e non giustifichino affatto il riferimento”. A giudizio del procuratore, dunque, non ci sono elementi per disporre una perizia psichiatrica.
Accertamento chiesto invece, pochi minuti fa, dalla difesa Vincenti che ha replicato come la pianificazione citata dal Pm non riguardi lo specifico reato per cui si procede oggi. Ovvero gli omicidi.
La Corte si è ritirata per decidere.
ORE 12.05 – Incalzato dalle domande dei legali di parte civile, il dottor Pirfo spiega che Giovanni Vincenti, quando ricevette la telefonata dell’esplosione (la prima, ndr), fu colto da una paralisi emotiva che ne condizionò i comportamenti. Scattò, in sostanza, un’incapacità di capire quello che stava accadendo. Lo stato d’ansia e la depressione che attanagliava l’imputato a quei tempi, lo avrebbe dunque condotto a una condizione di rottura (non psicotica) con la realtà, a un’interpretazione emotivamente alterata. Il contro-esame in atto è particolarmente combattuto.
ORE 11.48 – La Corte d’Assise ha respinto le richieste delle parti civili. L’udienza è ripresa con il contro-esame.
ORE 11,20 – La Corte si è ritirata in camera di consiglio per decidere sull’eventualità di concedere, come richiesto dalle parti civili, la sospensione temporanea dell’esame del consulente della difesa per poter nominare un proprio tecnico al fine di affrontare il controesame.
Un’altra via su cui dovranno decidere i giudici togati e popolari sarà quella di nominare un perito a cui affidare la perizia psichiatrica su Giovanni Vincenti. Situazione, quest’ultima, alla quale si oppone il pubblico ministero (Enrico Cieri) ma anche i legali di parte civile che chiedono soltanto la possibilità di avere un proprio tecnico. La difesa di Vincenti (affidata agli avvocati Vittorio Spallasso e Lorenzo Repetti) ha chiesto, invece, di poter terminare l’esame del proprio consulente.
La sospensione è stata chiesta da alcune parti civili per le conclusioni a cui era arrivato il medico che, in qualche modo, sarebbero ritenute importanti al fine dell’imputazioni. Il consulente ha parlato di abuso di farmaci (tranquillanti) da parte di Giovanni Vincenti che avrebbero influito nella percezione della realtà. Il riferimento è strettamente legato alla reazione dell’imputato alla telefonata che fecero quella notte gli inquirenti comunicandogli l’esplosione della cascina (la prima, nda).
ORE 10,40 – Il primo – e probabilmente unico – teste della mattinata è il dottor Pirfo. Si tratta di uno psichiatra che ha visitato Giovanni Vincenti che, stando alla sua testimonianza, soffrirebbe di un disturbo della personalità di tipo narcisistico.
ORE 9,30 – E’ iniziato questa mattina ad Alessandria il processo che dovrà giudicare l’azione devastante di Giovanni Vincenti e della moglie, Antonella Patrucco, che nella tragica notte di Quargnento, poco più di un anno fa, causò la morte dei Vigili del Fuoco Marco Triches, Matteo Gastaldo e Antonino Candido.
Tutte le parti hanno dato il consenso all’acquisizione degli atti.
Foto Cecilia Ammazzalorso