Trionfa “Botox” dell’iraniano Kaveh Mazaheri
Alla 38esima edizione del TFF - online - la giuria tutta al femminile ha scelto l'opera che narra la vicenda drammatica di due sorelle. Accostamento con lo stile dei fratelli Coen
CINEMA – 133 film complessivi (selezionati in un plateau di più di 4000 opere), tra cui 64 lungometraggi, 15 mediometraggi e 54 cortometraggi, con 52 anteprime mondiali, 16 anteprime internazionali e 40 italiane: questi i numeri della 38esima edizione del Torino Film Festival, il primo sotto la guida del neo direttore Stefano Francia di Celle, succeduto ad Emanuela Martini.
L’edizione 2020 è stata anche – a causa dell’emergenza sanitaria in corso – la prima nella storia del Festival a venire realizzata interamente on line, grazie alla partnership con la piattaforma MYmovies.
La sfida è stata accettata con energia dalla direzione del TFF e dallo staff organizzativo, che alla tradizionale proposta dei film in concorso ha affiancato una ricca sezione di eventi collaterali, incontri con gli autori, masterclass (importante quella che ha visto la presenza di Mohsen Makhmalbaf, uno dei più grandi registi iraniani), omaggi (alla storica cronista cinematografica de “La Stampa” Lietta Tornabuoni; al cinema di Federico Fellini nel centenario della nascita, con l’iniziativa Radio AMARCORD che ha rivalutato la produzione radiofonica, spesso trascurata, del regista riminese), laboratori didattici. «L’idea è di ricreare, almeno in parte, quella sensazione di avvolgente accoglienza tipica del Torino Film Festival, un ritrovare e ritrovarsi in una piazza virtuale. Con la volontà di mettere in rete un festival, ricrearne le emozioni e andare oltre all’idea di una fruizione di contenuti on demand», ha sottolineato Enzo Ghigo, Presidente del Museo Nazionale del Cinema.
«Ho intrapreso fin dall’inizio con grande entusiasmo e senso di responsabilità il compito di costruire questa nuova edizione del Torino Film Festival e l’emergenza pandemica ha addirittura rafforzato questo stato d’animo», ha aggiunto il direttore Francia di Celle. «Intraprendere un’avventura così impegnativa è un po’come cimentarsi con un’ascensione alpinistica; e ora possiamo dirlo, anche con tutte le difficoltà del caso, siamo arrivati a raggiungere la vetta. […] Con l’edizione digitale, però, per la prima volta il Torino Film Festival raggiungerà un pubblico più vasto anche grazie alla disponibilità della comunità internazionale di cui fanno parte artisti, produttori, distributori che ci hanno permesso di realizzare questa nuova versione: un piccolo tassello del grande mosaico della vita culturale internazionale ma, in questo momento, necessario ad affermare con fermezza l’importanza politica della cultura per il miglioramento della vita di tutti».
Con l’edizione 2020 il TFF si è concentrato in particolar modo su alcuni obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, come “fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”, raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze”, “ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le Nazioni”, garantendo “pace, giustizia e istituzioni forti”. Sul tema dell’uguaglianza di genere e delle pari opportunità Fedra Fateh, vicedirettrice del TFF, così si è espressa: «Quest’anno ci concentriamo sul cinema come strumento di difesa della giustizia sociale. Poiché è difficile apportare cambiamenti nel mondo reale, dapprima immaginiamo il mondo che vogliamo attraverso il cinema. Immaginiamo un mondo giusto in cui viene valorizzata la voce di ogni donna e uomo. Il Torino Film Festival sta facendo la sua parte sostenendo l’uguaglianza di genere con una giuria tutta al femminile e una selezione di film che include voci femminili».
A proposito di voci femminili, l’inedito Premio Stella della Mole per l’Innovazione Artistica è stato conferito quest’anno all’attrice Isabella Rossellini, “quale riconoscimento per la sua inesauribile creatività, l’esplorazione di ogni forma d’arte e l’incommensurabile capacità di trasformarsi. Con la sua grazia elegante, la sua raffinatezza e l’intrepida capacità di esplorare nuovi orizzonti ha saputo portare bellezza in ogni forma d’arte con la quale si è misurata, dal cinema al teatro, ai video musicali, alla moda”. «La Mole Antonelliana è uno dei miei musei preferiti. A volte, quando sono in Italia, faccio una deviazione e vengo a Torino, per visitare il museo per l’ennesima volta, perché è fantastico», ha commentato la Rossellini, ringraziando per l’attribuzione del premio mentre era in collegamento on line dalla sua fattoria vicino New York.
Un’altra iniziativa speciale del TFF 2020 si è espressa con la sezione “Le stanze di Rol”, intitolata alla memoria del celebre sensitivo torinese, con proposte cinematografiche che hanno spaziato dall’horror più classico al ‘midnight movie’ sino alle narrazioni più sperimentali e distopiche.
Il focus di questa edizione si è incentrato sul rapporto tra documentario e paesaggio, con sette titoli distribuiti in cinque programmi e un omaggio a Werner Herzog grazie alla proiezione del film “Dear Werner”, con il quale il giovane regista spagnolo Pablo Maqueda ha ripercorso il viaggio a piedi che Herzog fece nel 1974 da Monaco a Parigi: una sorta di pellegrinaggio per scongiurare la morte di Lotte Eisner, figura di base del cinema tedesco.
Nell’ultima giornata di Festival, sabato 28 novembre, la giuria principale, interamente al femminile (composta dalla siriana Waad Al-Kateab, dalla giapponese Jun Ichikawa, dalle italiane Paola Randi e Martina Scarpelli, oltre che dall’iraniana Homayra Sellier), ha decretato “Botox” del regista iraniano Kaveh Mazaheri miglior film, per il racconto della drammatica vicenda di due sorelle, Akram e Azar, declinato con uno stile che è stato subito accostato a quello dei fratelli Coen.
Il Premio speciale della giuria è stato, invece, attribuito a “Sin Señas Particulares”, opera prima della regista messicana Fernanda Valadez, che ha vinto anche nella categoria ‘miglior attrice’, per l’interpretazione di Mercedes Hernandez: la storia del doloroso viaggio di Magdalena, una donna messicana analfabeta, alla ricerca del figlio andato a cercare condizioni di vita migliori in Arizona.
Di seguito, l’elenco degli altri premi principali:
– Miglior attore a Conrad Mericoffer per “Camp de Maci” di Eugen Jebeleanu;
– Miglior sceneggiatura a Kaveh Mazaheri e Sepinood Najian per “Botox”;
– Menzione speciale della giuria a “Eyimofe” di Arie Esiri e Chucko Esiri;
– Miglior cortometraggio a “A Better You” di Eamonn Murphy;
– Premio speciale della giuria (cortometraggio) a “Just a Guy” di Shoko Hara;
– Menzione speciale della giuria a “The Last Mermaid” di Fi Kelly e a “L’Escale” di Pieter de Cnudde.