Bufera Manital Idea: sequestrati denaro e beni per 29 milioni di euro
L'inchiesta della Finanza tocca Alessandria, l'azienda gestiva il servizio di pulizia della stazione
TORINO – Operazione “Piazza Pulita”: la Guardia di Finanza di Torino ha dato esecuzione al provvedimento di sequestro preventivo di denaro e beni per oltre 29 milioni di euro emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Ivrea nei confronti degli ex rappresentanti legali della Manital Idea s.p.a., società eporediese leader nella fornitura di servizi di facility management e consulenza gestionale.
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Tra le ipotesi contestate anche il mancato pagamento ai lavoratori del “bonus di 80 euro”, noto anche come “bonus Renzi”.
Il caso tocca anche Alessandria: lo scorso febbraio otto dipendenti della Manital Idea, che aveva l’appalto da Rfi per i servizi di pulizia della stazione alessandrina avevano segnalato di lavorare senza percepire lo stipendio dall’ottobre 2019. A denunciare il caso era stato il segretario di categoria della Uil, Angelo Barrocu, insieme ai diretti interessati. I dipendenti avevano comunque scelto di non interrompere il servizio. Rfi non aveva rinnovato, alla scadenza, l’appalto a Manital Idea e, dal 17 gennaio 2020, tutti i dipendenti erano passati sotto un’altra società. Manital Idea aveva ottenuto l’appalto grazie a un ribasso d’asta del 40%.
Le attività, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Ivrea, Giuseppe Ferrando, dirette dal Sostituto Procuratore, Alessandro Gallo, e condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Torino, si legge in un comunicato delle Fiamme Gialle torinesi, conseguono alla denuncia degli ex rappresentanti legali della società per i reati tributari di omesso versamento di ritenute dovute o certificate e indebita compensazione dal 2016 al 2019, per un ammontare complessivo superiore a 29 milioni di euro.
Numerose le fattispecie ipotizzate a carico degli indagati, ritenute connotate da serialità e persistenza, che hanno portato all’emissione del provvedimento giudiziario.
Da un lato, sarebbero stati omessi per oltre 25 milioni di euro i versamenti dovuti al Fisco per le ritenute d’imposta operate dall’impresa sugli stipendi dei dipendenti e sui compensi dei professionisti, che il datore di lavoro effettua per conto del lavoratore.
Dall’altro, per abbattere le somme dovute dall’impresa all’Erario, sarebbero anche stati utilizzati crediti d’imposta non spettanti o inesistenti, per oltre 4 milioni di euro.
In sintesi, il meccanismo del credito d’imposta consente ad un’azienda di compensare i debiti fiscali con i crediti che lo Stato riconosce per talune tipologie di investimenti, spese o erogazioni.
In questo caso, le compensazioni sarebbero state effettuate facendo figurare crediti per attività di ricerca e sviluppo nel 2018 e 2019, senza dimostrarne con evidenze documentali l’avvenuta esecuzione, per quasi 3,5 milioni di euro.
Analogamente, sarebbero state effettuate compensazioni d’imposta per oltre 650 mila euro per l’inesistente erogazione degli 80 euro mensili del cosiddetto “Bonus Renzi” nella busta paga dei dipendenti, in mancanza dei relativi pagamenti. In tal modo, la società avrebbe illecitamente “recuperato” le citate integrazioni stipendiali senza che tali somme fossero effettivamente giunte nelle tasche dei lavoratori.
A seguito della quantificazione degli importi complessivamente sottratti al Fisco, i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Torino hanno avviato estese indagini finanziarie e patrimoniali finalizzate all’individuazione delle ricchezze illecitamente accumulate evadendo i tributi.
Nello specifico, la fase esecutiva della misura cautelare, particolarmente articolata nella ricerca e individuazione delle sostanze indebitamente sottratte alla collettività, ha consentito di sottoporre a sequestro le somme di denaro depositate in una cinquantina di conti correnti e rapporti finanziari presso numerosi intermediari, anche all’estero. Grazie all’attivazione, tramite il Comando Generale, II Reparto, dei canali di cooperazione internazionale, i finanzieri hanno infatti individuato e bloccato le disponibilità di un indagato su un conto corrente acceso presso un istituto di credito in Francia.
Sono stati sequestrati anche 7 immobili nelle province di Torino, Napoli e Latina, quote di 3 società con sede nelle province di Torino e Roma, e 5 motociclette supersportive di valore.
Le attività in rassegna si collocano nell’ambito dell’azione quotidianamente svolta dalla Guardia di Finanza per la ricerca e repressione degli illeciti di natura economico-finanziaria, che producono effetti negativi sull’economia e ostacolano la libera concorrenza tra le imprese. Un impegno che rappresenta un importante elemento di garanzia per le aziende del nostro Paese che operano nel rispetto delle regole, versando le giuste imposte all’Erario e producendo sana occupazione“.