Il Giro piace, la tappa a metà no
ALESSANDRIA – Il fascino del Giro resta. Nonostante una protesta francamente difficile da capire, perché la lunghezza della Morbegno – Asti (258 chilometri) era nota e le condizioni climatiche non erano certo da tregenda. Un grande fascino, documentato dalle foto di Ilaria Cutuli e Mario Bocchio, nonostante un commentatore che chiama Cairo Umberto (ed è originario di Abazia) e l’altro che non sa chi è Rivera (Eliso, fondatore di Gazzetta dello Sport, supponiamo). Però la corsa rosa piace anche in questa edizione autunnale, che arriverà domenica a Milano con premiazioni veloci e tutti a casa per evitare il coprifuoco, ma anche con gli strali di Mauro Vegni, direttore della corsa rosa, “qualcuno pagherà”.
Che quella di oggi non fosse una tappa molto considerata dagli uomini di classifica lo dimostrano i 12 minuti di distacco del gruppo della maglia rosa dal vincitore, Josef Cerny, 27 anni, passista ceco della Ccc, che precede il belga Victor Campenaerts, suo compagno nella fuga iniziale, e il piemontese Jacopo Mosca. Quando già i ciclisti sono nei loro hotel, la torre di Masio si illumina di rosa.