Ambiente e Pfas: il M5S chiede limiti in linea con quanto annunciato dal ministro Costa
Polo chimico: Solvay chiede ampliamento produzione cC6O4, si deciderà domani in Provincia
ALESSANDRIA – Inquinamento e ambiente. Domani, giovedì, la Conferenza dei Servizi, che fa capo alla Provincia (del pool fanno parte anche Arpa, Asl e Comune) deciderà sulla richiesta di ampliamento della produzione del cC6O4 chiesta da Solvay. Si tratta di un Pfas di nuova generazione che, ad oggi, presenta potenziali criticità soprattutto riferite alla tossicità del prodotto. La molecola è stata iscritta da Solvay al REACH (regolamento della Comunità Europea) ma non è ancora stato valutato in modo indipendente dall’ECHA (l’agenzia europea delegata alle sostanze chimiche prodotte o immesse sul mercato).
Sulla questione interviene il Movimento Cinque Stelle alessandrino.
”Si attenda, come annunciato dal Ministro Sergio Costa, che vengano introdotti valori limite certi e uniformi di emissione agli scarichi sui PFAS prima di rilasciare l’Autorizzazione Integrata Ambientale che permette l’estensione della produzione ed uso del cC6O4.
Nella terza Conferenza dei Servizi, programmata per domani 1 ottobre – si legge in un comunicato inviato poco fa dal M5S – ci attendiamo quindi che dalla Provincia emergano certe le tempistiche sui sistemi di filtrazione e chiari i limiti a scalare come proposto da ARPA fino ad arrivare a 0,50 μg/l. Nel dettaglio, deve essere quindi messa nero su bianco la tempistica sulla messa operativa del sistema di “Nanofiltrazione e Osmosi Inversa vibrata” e di “potenziamento di sistemi di trattamento con Resine a Scambio Ionico e Carboni Attivi”.
”Informazioni certe sulle perdite in falda”
“Ci aspettiamo inoltre – continua il Movimento alessandrino – che la Solvay provveda a fornire informazioni inconfutabili sulla fonte e sulle cause delle perdite che hanno determinato la dispersione in falda del cC6O4 in questa fase di sperimentazione. Perché vale la pena ricordare che ad oggi la Provincia non ha ancora concesso l’autorizzazione (AIA) per la produzione di cC6O4 se non in fase sperimentale benché la società abbia richiesto di poter produrre in modo più massivo il PFAS per metterlo in commercio.
Sarà quindi fondamentale che il polo chimico ci fornisca le stime sulla quantità di prodotto rilasciato nel tempo e chiarisca soprattutto come intende eliminare le perdite, perché il composto è stato riscontrato sia nelle acque di falda sottostanti lo stabilimento che esternamente alla barriera idraulica”.
La partita si giocherà su un terreno paludoso: i limiti di scarico del prodotto in acqua (che una parte della politica e alcuni tecnici chiedono stringenti) e i tempi che occorreranno per adeguare il vetusto impianto di Spinetta alle richieste della Conferenza.