Coldiretti: “vendemmia alle porte, manca la manodopera”
Anche in provincia nei vigneti mancano lavoratori stagionali
PROVINCIA – “La vendemmia si avvicina e la mancanza di manodopera sta diventando un problema sempre più difficile da gestire. In provincia la situazione di difficoltà rispecchia quella italiana dove, almeno 25mila posti di lavoro occasionali tra le vigne potrebbero essere disponibili con una radicale semplificazione del voucher agricolo che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà. Sul territorio provinciale alessandrino lo scorso anno sono stati impiegati circa 2.000 lavoratori con contratti stagionali, di questi il 90% proprio nei vigneti”. È quanto ha affermato il Presidente di Coldiretti Alessandria Mauro Bianco nel sottolineare le difficoltà conseguenti al blocco degli arrivi dall’estero di lavoratori stranieri che ogni anno attraversavano le frontiere per raccogliere l’uva e poi tornare nel proprio Paese.
I problemi incombono sul settore vitivinicolo che continua ad essere in emergenza e che a causa del lockdown ha registrato perdite fino all’80%.
“Dopo essere stato snobbato per decenni si registra – aggiunge il direttore di Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo – un crescente interesse per il lavoro nelle campagne anche per la situazione di difficoltà in cui si trovano altri settori economici che va accompagnato con misure per la semplificazione ed il contenimento del costo del lavoro che consenta di competere con Paesi come Francia e Spagna che godono di situazioni più favorevoli”.
Secondo Coldiretti, con l’abrogazione della disciplina del voucher, il sistema agricolo è stato doppiamente penalizzato in quanto, se da una parte non si riscontravano nel settore indizi di abnorme e fraudolento utilizzo da dover correggere, dall’altra certamente l’intero percorso di emersione intrapreso dal 2008 ad oggi è irrimediabilmente andato perduto. Un danno pesante per il vino dove a partire dalla data del 19 agosto 2008, prevista dalla circolare Inps per il rilascio dei primi buoni, è iniziata, sotto il pressing della Coldiretti, per la prima volta in Italia, la raccolta dell’uva attraverso voucher con l’obiettivo di ridurre burocrazia nei vigneti e dare una possibilità di integrazione del reddito a studenti e pensionati.
Dopo una rapida crescita iniziale nel tempo si è verificata una sostanziale stabilizzazione dei voucher venduti a livello nazionale dove la Coldiretti stima che nell’ultimo anno prima dell’abrogazione siano stati impiegati circa 1,3 milioni di voucher solo per la vendemmia, ora praticamente azzerati con l’entrata in vigore della nuova normativa.
“L’Italia non può permettersi di perdere le grandi opportunità di lavoro che vengono da uno dei settori più dinamici dell’economia – hanno concluso Bianco e Rampazzo -. Il Parlamento e il Governo hanno il dovere di ripensare ad uno strumento per il settore che semplifichi la burocrazia per l’impresa, che sia agile e flessibile rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestiva disponibilità all’impiego e generi opportunità di integrazione”.