Morte pompieri: battaglia su come processare i Vincenti, slitta l’udienza
QUARGNENTO – L’emergenza Covid getta in una sorta di limbo anche il caso Vincenti. Il processo potrà svolgersi con rito abbreviato oppure dovrà essere celebrato davanti alla Corte d’assise? I difensori pongono il problema al Gip, ma l’udienza che avrebbe dovuto dare una risposta al quesito, prevista per oggi, è slittata.
All’inchiesta sulla morte dei tre pompieri avvenuta a Quargnento il 5 novembre scorso che ha delineato le responsabilità di quel gesto scellerato, era subentrata la battaglia legale messa in campo dalla difesa di Giovanni (Gianni) Vincenti e della moglie Antonella Patrucco, entrambi accusati di omicidio doloso plurimo, lesioni volontarie, crollo doloso, truffa alle assicurazioni e calunnia (nei confronti del vicino di casa).
Nell’esplosione della magione morirono tre Vigili del Fuoco del Comando di Alessandria, e due loro colleghi rimasero feriti così come un Carabiniere in servizio a Solero. Vincenti è rinchiuso in carcere a Ivrea, la donna (per cui è stato chiesto il carcere – posizione impugnata in Cassazione dalla difesa) è libera.
Gli avvocati Vittorio Spallasso, Laura Mazzolini e Lorenzo Repetti (per Vincenti), e i legali Caterina Brambilla e Federico Di Blasi (che assistono la Patrucco) hanno chiesto che i loro assistiti vengano processati con il rito abbreviato, che darebbe diritto allo sconto di un terzo della pena. Un’ipotesi che accorcerebbe i tempi della macchina di giustizia, dando risposte celeri.
La richiesta era stata avanzata al Gip di Alessandria, che dovrà anche valutare l’istanza secondo la quale i difensori chiedono si sollevi il quesito alla Corte Costituzionale. L’udienza, che avrebbe dovuto svolgersi oggi, è stata sospesa per motivi legati all’emergenza coronavirus che ha determinato la sospensione delle udienze fino all’11 maggio. La nuova data non è ancora stata comunicata: il compito del giudice sarà quello di decidere se rigettare l’istanza delle difese (a quel punto i Vincenti verranno processati in Corte d’Assise), oppure se accoglierla chiamando in causa, inoltrando l’eccezione, la Consulta Costituzionale. In questo secondo caso, il procedimento davanti all’Assise di Alessandria verrebbe sospeso in attesa della decisione definitiva.
La questione riporta all’aprile dello scorso anno quando, per iniziativa del governo giallo-verde, era stata varata una legge (la 33/2019) che vieta la chance del giudizio abbreviato a chi sia chiamato a rispondere di reati per i quali è previsto l’ergastolo. E l’omicidio doloso contestato alla coppia di Quargnento rientra in questo scenario.
I difensori, dunque, si sono chiesti, ribaltando il quesito al Tribunale, se la legge sia legittimamente costituzionale, ovvero se «rispetti i principi di uguaglianza e di ragionevolezza» sanciti dall’articolo 3 della Costituzione.