“Finché non ci saranno le condizioni sanitarie, nessuno in campo”
Dalle società la richiesta di cassa integrazione e di liberare le fideiussioni
ALESSANDRIA – “Siamo stati i primi a fermare le partite nelle ‘zone rosse’, già il 22 e 23 febbraio, e finché non ci saranno le condizioni sanitarie per giocare, come da indicazione del governo, non si scenderà in campo“. Al termine dell’assemblea in videoconferenza con i 60 club della Lega Pro, il presidente Francesco Ghirelli ha spostato ancora in avanti ogni decisione sul futuro del campionato.
Dai rappresentanti dei club la richiesta, in tempi brevi, di misure che garantiscano “la sostenibilità economica“: dunque svincolo sulle fideiussioni e possibilità di accedere alla cassa integrazione in deroga. Proprio sulla cassa una istanza al governo, e ai ministri Spadafora e Gualtieri, perché sia prevista nelle misure che saranno varate nei prossimi giorni.
Da tutti i dirigenti anche il mandato a Ghirelli a rappresentare, in Federcalcio, le difficoltà della Lega Pro, soprattutto i club che sono nelle aree dove maggiore è la diffusione del virus.”Difficile pensare di tornare a giocare in città sconvolte, pur avendo in grande cura le ragioni giuridiche: i due elementi vanno tenuti insieme“. Una considerazione che sembra ridurre i margini di ripresa della stagione. “Ho già parlato in Figc delle necessità delle società: serve trovare un equilibrio tra questioni etiche, responsabilità collettive e possibilità per le squadre di C di continuare a spendersi in prima linea per quel calcio che fa bene al paese. Servono, e lo abbiamo ribadito tutti in assemblea, riforme basate sul taglio dei costi ai fini della sostenibilità economica. Per la C c’è un rischio enorme anche per la continuità aziendale”.
A Ghirelli anche il mandato a proseguire la trattativa con Assocalciatori e Assoallenatori perché si possa definire una soluzione “che richiede la consapevolezza che tutti devono fare grandi sacrifici in un momento di crisi così drammatica“.