Frutta e verdura: “Calano i consumi, ripercussioni su salute e qualità della vita”
Dopo tre anni di segno positivo, una brusca frenata. In controtendenza si registra un aumento degli acquisti direttamente dal produttore e nei mercati contadini
PROVINCIA – Sempre meno frutta e verdura nel carrello della spesa: -3% nel 2019. Coldiretti lancia l’allarme: è un dato negativo che si ripercuote in primis sulla salute e sulla qualità della vita ma anche sul reddito delle imprese. “Dopo tre anni di aumento progressivo degli acquisti si è verificato brusco calo che ha fatto scendere il consumo individuale sotto la soglia minima di 400 grammi di frutta e verdure fresche per persona, da mangiare in più volte al giorno, come raccomandato dal Consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per una dieta sana. – afferma il presidente di Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – E il dato è ancora più allarmante se si considera che a consumare meno frutta e verdura sono soprattutto i bambini e gli adolescenti, con quantità che sono addirittura sotto la metà del fabbisogno giornaliero, aumentando così i rischi legati all’obesità e alle malattie ad essa collegate”.
Complessivamente la superficie coltivata ad ortofrutta in provincia è pari a circa 5.700 ettari a cui vanno ad aggiungersi i circa 3.500 ettari dedicati alla corilicoltura (nocciole).
Nonostante il diffondersi di smoothies, frullati e centrifugati consumati al bar o a casa grazie alle nuove tecnologie il dato è negativo: nel dettaglio -4% della frutta e -2% per gli ortaggi. Le mele restano il frutto più consumato, al secondo posto ci sono le arance, mentre tra gli ortaggi preferiti salgono sul podio nell’ordine le patate, i pomodori e le insalate/indivie.
“In controtendenza rispetto al dato generale si registra un aumento degli acquisti direttamente dal produttore e nei mercati contadini. A spingere le vendite della frutta e della verdura locali è soprattutto – aggiunge il direttore di Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo – la garanzia della stagionalità e della maggiore genuinità e freschezza del prodotto che, non essendo soggetto a lunghi tempi di trasporto, dura di più e, conseguentemente, azzera gli sprechi, rispetto soprattutto a quello proveniente dall’estero, spesso anche di minore qualità. In molti paesi, dall’Africa al Sudamerica, è, infatti, permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa, senza dimenticare il fatto che le coltivazioni sono realizzate in condizioni di dumping sociale per il basso costo della manodopera”.
Il consiglio della Coldiretti per portare in tavola prodotti di qualità è dunque quello di acquistare direttamente dal produttore e di verificare comunque in tutti i punti di vendita sull’etichetta o sui cartellini l’indicazione obbligatoria della provenienza.