Ex Ilva, Arcelor Mittal conferma 4700 esuberi. Ed è sciopero
Annunciati quasi 2900 esuberi già nel 2020, gli altri nel 2023. Il 10 dicembre sciopero di 24 ore anche nello stabilimento novese
NOVI LIGURE — Arcelor Mittal non fa marcia indietro: ieri, al tavolo al ministero dello Sviluppo economico, la multinazionale ha presentato il nuovo piano industriale per gli stabilimenti ex Ilva, annunciando 2.891 esuberi già nel 2020, a cui se ne aggiungeranno altri 1.800 nel 2023, portando il totale dei tagli a 4.700 unità. Al termine dell’operazione, l’organico dell’ex Ilva passerebbe dai 10.789 occupati del 2019 ai 6.098 del 2023, quando a Taranto verrebbe spento l’altoforno 2. A Novi lavorano 681 persone, più l’indotto.
I circa 1.800 esuberi previsti nel 2023 sono gli addetti attualmente in carico all’amministrazione straordinaria e che, in base all’accordo del 6 settembre 2018, a fine piano dovevano essere riassorbiti da Arcelor Mittal.
I sindacati dei metalmeccanici hanno dichiarato «irricevibili» i tagli annunciati da Arcelor Mittal e hanno proclamato uno sciopero di 24 ore per martedì 10 dicembre, in tutti gli stabilimenti del gruppo, con manifestazione nazionale a Roma. Lo sciopero coinvolgerà anche le aziende dell’indotto.
«Quello che ci hanno presentato non è un piano industriale, è un piano di chiusura dell’Ilva nel nostro Paese – ha detto Maurizio Landini, segretario generale Cgil – Arcelor Mittal deve rispettare l’accordo firmato un anno fa, che prevede tutela dell’occupazione e una produzione di 8 milioni di tonnellate di acciaio. Se non vengono rispettati questi due punti fermi, il piano per noi è irricevibile».
«L’azienda invece di fare un passo avanti ha fatto un passo indietro, parlando di 4.700 esuberi alla fine del nuovo piano industriale, che prevede un forno elettrico e una produzione finale di 6 milioni di tonnellate. Il governo ritiene che la produzione a fine piano debba essere più alta, arrivando almeno ad 8 milioni di tonnellate», ha detto il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, dicendosi «molto deluso» dall’incontro.