‘Alberi in città’: 15% in meno di inquinamento nell’aria dove ci sono piante
Lo studio ha come scopo quello di dare indicazioni all'amministrazione comunale sulla efficacia della ?forestazione urbana?. Laura Erbetta: ?Un'efficacia enorme nella riduzione delle temperature?
ALESSANDRIA – Sono stati presentati i dati dello studio messo in campo ad Alessandria (dopo Asti) dal Comune, Arpa Piemonte e il Cnr di Bologna per verificare l’impatto del verde (cioè delle piante) nelle aree urbane sull’inquinamento dell’aria e sul clima (ovvero sulle temperature). Quello che è emerso è “un’efficacia enorme nella riduzione delle temperature” come spiegato dalla dottoressa Laura Erbetta di Arpa. Le misurazioni si sono concentrate in due aree: una ‘green’ cioè i giardini pubblici di fronte la stazione ferroviaria e un’area ‘non green’, la piazza vicino alla scuola Carducci, parcheggio con poco verde. “Le piante – ha spiegato la Erbetta – non sono solo tende da sole, ma organismi vivi e sono in grado di assorbire la CO2 (anidride carbonica) nell’atmosfera, riducendo l’isola di calore della città soprattutto d’estate”. Ma gli alberi sono un elemento importante anche perché “sono in grado di assorbire le acque meteoriche, quindi le piogge intense, che in città non trovano sfogo, rischiando di provocare ingenti danni come in questi giorni di piovosità intensa”.
I risultati sono stati meno incisivi sul fronte delle misurazioni di polveri sottili nell’aria, quindi di inquinamento da PM10. “Non sono effetti eccezionali, ma comunque positivi ed efficaci, con una riduzione intorno al 15% nelle zone green rispetto a quelle dove non c’è verde”.
Quali piante?
Lo studio ha come scopo quello di dare indicazioni all’amministrazione comunale sulla efficacia della “forestazione urbana” e sulle azioni da mettere in atto per alleviare lo stress della città, in termini di inquinamento. E’ la dottoressa Rita Baraldi del Cnr di Bologna ad aver spiegato quali sono le tipologie di piante presenti in città, quelle analizzate, e che hanno più effetto in termini di mitigazione dell’inquinamento, per cui Alessandria e la Pianura Padana sono maglia nera in Europa.
“Sono state analizzate 11.163 piante di 147 specie suddivise in 4 classi di altezza e diametro. Si tratta soprattutto di platani, tigli (che sono quelli con impatto positivo maggiore), carpani, aceri, bagolari e robinie. La vegetazione totale sottrae nell’aria 849 tonnellate di CO2 all’anno. Fino ad oggi sono state immagazzinate 28mila tonnellate nel tronco e nelle radici delle 11mila piante esaminate”. Per circa 150 chili rimossi all’anno in città di inquinanti.
E’ stata fatta anche una ‘simulazione di compensazione’ rispetto al traffico veicolare. “Considerando un percorso di 10mila Km/l’anno le 849 tonnellate di anidride carbonica in meno sono compensate da 575 auto. “La vegetazione può arrivare ad un abbattimento del 3% della CO2 del traffico veicolare. E raddoppiando le aree verdi, si ottiene una riduzione che varia tra il 5% e il 28% delle morti per caldo estivo”.
Il nostro patrimonio
Nell’ultima classifica sulla presenza di alberi, Alessandria si piazza a metà “con 1000 piante ogni 100 abitanti (la prima è Modena). E non è sufficiente” sono state le parole di Stefano Dugheri dell’Università di Firenze. Ma quante piante ha Alessandria? “18mila alberi di proprietà comunale – ha spiegato il responsabile del verde del Comune, Giacomo Sacchi – più 8mila sui viali. Più di 10mila hanno un’età superiore ai 50 anni e più di 2200 superano i 20 metri di altezza”. Ad oggi il censimento delle piante è arrivato a quota 12mila: alberi dei cimiteri, vicino alle scuole, nei viali. Mancano giardini e aree verdi e le piante dentro i centri sportivi.
Le nuove tecnologie di monitoraggio
Se da un lato l’amministrazione dovrebbe mettere in campo azioni di forestazione urbana, “unite alla mobilità elettrica, alla chiusura al traffico di parti del centro cittadino, cui si aggiungono i benefici del Teleriscaldamento, agendo sull’inquinamento provocato dai sistemi di riscaldamento delle abitazioni”, dall’altro ci sono anche nuove tecnologie messe a punto per avere un ‘occhio’ che costantemente monitora i dati di inquinamento di PM10, di temperature, di ozono e di altri fattori inquinanti. Come “AIRQino”, strumento che ha la funzione di stazione mobile di rilevazioni, cio+ centraline di rilevamento smart, con dati che si possono guardare sul momento su un’App. Sono rilevamenti che si possono fare outdoor o indoor, dal costo di circa 3mila euro l’uno.