Privati e aziende contro la violenza. Con “Libere tutte”
I numeri parlano. Raccontano che la violenza sulle donne non è una emergenza, ma è un problema grande e grande, “che continua a causare dolore e danno”, come sottolinea Francesca Brancato, vicepresidente di Me.dea. In provincia 165 muovi accessi nel 2019, in Italia oltre 43mila donne si rivolgono ai centri antiviolenza. “Anche per questo serve una partecipazione collettiva che renda anche il flusso delle risorse più organico”.
Come? Con una raccolta fondi, la prima nei deici anni di attività di Me.dea. “Attivata in un momento in cui abbiamo superato la fase di crisi – spiega Elena Rossi – e serve creare le condizioni per dare stabilità e continuità al sostegno“. Questo è l’obiettivo di “Libere tutte”, perché tutte e tutti possano aprire gli occhi e contribuire a garantire “un sostegno qualificato e continuativo”.
La campagna parla ai privati, con quattro forme di donazione, indicate nella apposita sezione sul sito di Me.dea, ma anche alle aziende, per progetti di coworking, coprogettatzione e eventi di formazione.
Obiettivo? Raccogliere 50mila euro entro la fine del 2020. Anche con una lotteria.