Palchi e platee che vivono grazie all’impegno (e ai fondi regionali)
PROVINCIA – Un delicato equilibrio per far quadrare i conti e offrire, nel contempo una proposta culturale di qualità. I piccoli e medi teatri della provincia hanno trovato la propria formula personale, dove il ‘fattore umano’, alla fine, è determinante.
A Casale ‘buona risposta’
A Casale Monferrato il teatro municipale è un gioiellino di fine ‘700. Lo dirige Fabrizio Scagliotti. Personale ridotto all’osso (tre dipendenti), nessun consiglio di amministrazione o presidenti, tutte le (poche) risorse (che arrivano da Comune, Regione e incassi) sono destinate a fare funzionare la struttura. «Grazie al sacrificio di tutti abbiamo buone risposte da parte della città». Oltre ad una stagione di tutto rispetto (gli incassi coprono il 40% delle spese), il teatro propone laboratori e una rassegna dedicata ai ragazzi.
A Valenza c’è una coop
Diversa la formula del Comune di Valenza, che ha affidato la gestione della struttura (altro gioiellino di metà ‘800) ad una cooperativa, tramite un bando. Il contributo della Regione, attraverso la fondazione Piemonte dal Vivo, è essenziale. «Da un anno e mezzo abbiamo raggiunto l’obiettivo di rendere il teatro un centro di cultura versatile – spiega Angelo Giacobbe, direttore artistico – Grazie ad una serie di attività, dai corsi, al cinema, alla collaborazione con le scuole, siamo ‘sostenibili’. Certo non è facile, l’impegno è tanto».
Una stagione per due
Diverso ancora il caso dei teatri di Arquata e Gavi, due piccole realtà che sono entrate a fare parte di un progetto regionale ‘Corto Circuito’. Un’unica associazione Commedia Community, organizza la stagione. «Non siamo gestori dei due teatri – spiega Enzo Ventriglia -Sono i comuni che mettono a disposizione le sale per gli spettacoli e i corsi. Dopo qualche anno di esperienza, posso dire che una buona stagione non basta: occorre creare comunità attorno ai luoghi e collaborare».