Piccolo è bello, ma pure faticoso. È la vita di paese
Una delle lamentele più ricorrenti è quella sulla mancanza di servizi medici. Nonostante tutto il mercato immobiliare nelle frazioni non è male
SOCIETA’ – Se a Lobbi chiedono un bancomat e un punto per il ristoro dei farmaci, a Villa del Foro vorrebbero almeno che le strade non fossero fatte come il suolo lunare, a crateri: “Vanno bene per fare il motocross”, si lamentano nell’unico negozio di alimentari del signor Carlo. Anche se non tutto è perduto nell’antica Forum Fulvii: “Il campo da tennis, ritrovo per i giovani”, controbatte un ragazzo con la maglietta dei ‘Fanciott’. Storie di paese, sobborghi vicini pochi chilometri dal centro di Alessandria e pure sembrano lontani per paesaggio e per i tanti aspetti della vita quotidiana.
Villa, la piccola
In base alle statistiche comunali (aggiornate a luglio 2019), Villa del Foro è il sobborgo con il minor numero di abitanti: si attesta sui 448, non uno di più, non uno di meno rispetto all’anno precedente. Cascinagrossa ne conta 838, mentre Cantalupo, a sud, ha 969 abitanti. Tutte le altre frazioni superano le mille anime (quasi tutte in crescita demografica), ad eccezione di Spinetta la grande, che fa storia a sé: conta 7.193 alessandrini.
In totale gli abitanti nelle frazioni sono 24.845, più del centro città, il quartiere più abitato dell’area urbana. Ecco perché forse sarebbe opportuno ascoltare di più le voci che arrivano dalle campagne.
Casalbagliano allo stretto
Il campo sportivo è stato appena messo a nuovo e trasformato in club house per una squadra di rugby, gli abitanti sono in crescita, ma nonostante tutto le lamentele degli abitanti sono forti: “Fogne inadeguate, sicurezza discutibile, adsl preistorica e collegamenti con la città molto scarsi. Continuo?”, Marco Piacenza del Comitato Casalbagliano è un fiume in piena quando gli si chiede cosa c’è che non va nel suo paese. “Ad ogni temporale la fognatura vecchia di 50 anni fa va in crisi, il castello è un ridere di cui vergognarsi. Così avevamo anche pensato all’annessione con la vicina Oviglio, per provocazione e per sensibilizzare sulla situazione di questo e degli altri sobborghi”. Eppure si continua ad andare ad abitare: “Quando fai il mutuo della vita senza sapere i veri problemi della zona ci pensi comunque due volte prima di lasciare”, chiosa Piacenza.
Il mattone tira
Nonostante tutto il mercato immobiliare nelle frazioni non è malaccio. Franco Repetto, Fiaip, la spiega così: “Hanno il vantaggio di non essere né troppo vicine né troppo lontane dalla città e dai servizi. C’è il vantaggio della tranquilla campagna, ma in pochi minuti si è subito in centro. Valmadonna e Valle San Bartolomeo restano i luoghi storicamente più ambiti per chi cerca la villetta, così come Casalbagliano”.
I giovani? ‘Per carità’
Giancarlo Casarotto, presidente di Valmadonna Insieme – l’associazione che organizza le grandi feste del paese – alla fine tra la sua gente ci sta bene. Nulla da lamentarsi, insomma. A parte i giovani che, a suo dire, non sarebbero molto interessati alla partecipazione.
L’ombelico del mondo
È una battuta scappata ad Andrea Bovone, amministratore della pagina social ‘Mandrogne… un paese’. Su Facebook vengono postati momenti paesani, ricordi, personaggi e feste, proprio per tenere viva una delle zone storiche della piana alessandrina “diventato più un dormitorio”, considera. “Mandrogne è al centro di tutto, equidistante da Alessandria, Tortona e Novi, ogni strada porta lì”, scherza.
I sobborghi non sono dimenticati. Almeno quello che si racconta nei corridoi di Palazzo Rosso, ma spesso le richieste di maggior servizi vanno a stridere con i numeri effettivi dei fruitori, rendendo difficoltoso il loro mantenimento. Come le corse degli autobus che molti vorrebbero aumentati. O i presidi sanitari, negozi di vicinato, attività ricreative in genere.
È una legge di mercato che non guarda in faccia a nessuno, soprattutto non si commuove di fronte ai ricordi in bianco e nero di piazze piene di giovani e di vita.
Gli amministratori devono fare i conti anche con i numeri che spesso – visti i bilanci degli ultimi anni – sono impietosi. «Abbiamo bene in testa le strategie per ridare forza ai sobborghi – commenta l’assessore Giovanni Barosini – Sono ovviamente oggetto di attento studio sulla effettiva realizzazione, ma non ci siamo dimenticati di chi abita lontano dal centro».
Pensate ai giovani
Scuole o asili, fino ai centri sportivi. Insomma, tutto ciò che possa mantenere o far tornare i giovani nelle zone periferiche. La sfida è lanciata e l’impegno è preso: «Non dimentichiamo tutto il mondo degli oratori, punti di riferimento per le piccole comunità. Mantenere aperte le scuole o creare le condizioni per nuove realtà locali sono indispensabili per evitare lo spopolamento e per fornire quei servizi necessari a rendere la vita più confortevole».
Barosini è comunque realista e ci va cauto: se in testa sa quali siano le mosse giuste per non rendere desolate le frazioni, dall’altro canto, come amministratore, deve fare i conti con altro. Nel vero senso della parola.
Ad un recente incontro in paese è stata avanzata questa richiesta: poter usufruire di uno sportello per prelevare i soldi. Una richiesta legittima per chi si trova costretto a fare tanti chilometri per avere soldi contanti, nell’era della tecnologia e dei servizi istantanei. Ma non solo. Una delle lamentele più ricorrenti, da nord a sud, è quella sulla mancanza di servizi medici. Una volta il prete, il maresciallo e il dottore erano le tre figure di riferimento di un sobborgo. Oggi anche i camici bianchi stanno scomparendo.
Anche in questo senso sembra allo studio la possibilità di mantenere dei presidi sanitari, o almeno un servizio di raccolta farmaci e beni di prima necessità.