La lunga scia di incendi fa scattare le indagini
L'incendio nella palestra che sta per aprire. E poi le fiamme all'impianto Aral, in alcuni locali notturni, ai mezzi di un corriere. Senza dimenticare i cassonetti
CRONACA – L’ultimo in ordine di tempo è l’incendio doloso nella palestra Move, che aprirà sabato. Una bravata, un avvertimento o cos’altro? La matrice volontaria è praticamente certa, dal momento che è stato trovato il tappo di una tanica usata per trasportare il liquido infiammabile che poi è stato versato in diversi punti del locale. L’azione domenica sera in via Piave. Il caso è affidato alla Squadra Mobile della Questura e alla Polizia giudiziaria dei Vigili del Fuoco. Quello della palestra non è l’unico caso: un paio d’anni fa, ad esempio, tutta Alessandria venne illuminata dalle lunghe lingue di fuoco alzatesi dalla discarica di Castelceriolo.
Spazzatura in fiamme
Dopo un tentativo non andato a buon fine, misteriosi incendiari erano riusciti ad appiccare il fuoco all’impianto Aral alle porte della città. Danni ingenti e apprensione per i fumi tossici che si erano levati. In quel periodo l’Aral era tra l’incudine del concordato e il martello del fallimento e la ‘fetta’ di mercato, probabilmente, faceva gola a molti. In più altre vicende giudiziarie su un traffico nazionale di rifiuti avevano scosso la società. Chi appiccò l’incendio? Si sta ancora indagando.
Il night che non ha mai aperto
Il mondo della notte e dei locali notturni è sempre stato ‘border line’: nel 2012 il night Vanity non ha mai aperto nel capannone della zona industriale D3. Poco prima dell’inaugurazione, come spesso accade per fare più danni, malintenzionati che si erano spostati su un’auto rubata appiccarono l’incendio, rendendo il locale inagibile. L’avvertimento fu così esplicito che il locale non aprì mai più.
Due anni dopo un altro luogo dedicato al divertimento finì nel mirino. Il circolo Eden Club in via Giordano Bruno, nell’area ex Panelli, il giorno dell’inaugurazione prese fuoco misteriosamente. Testimoni parlarono di un boato che anticipò le fiamme fatali. Negli stessi locali esisteva precedentemente un altro night, finito però nei guai per lavoro nero e ragazze un po’ troppo disinibite. Ma dopo il Bunga Bunga, così si chiamava, nessuno osò più aprire in quel luogo.
Una serie di furgoni distrutti
Sempre nel 2014, a Quattordio, praticamente tutto il parco mezzi del corriere Sda andò distrutto, o danneggiato, dalle fiamme. Il delinquente agì nella notte tra Pasqua e Lunedì dell’Angelo. Sapeva che tutti i furgoni sarebbero stati parcheggiati in deposito.
Vendette private?
Anni fa a Castellazzo Bormida venne danneggiata l’auto di una diciottenne, probabilmente a causa di una lite amorosa. A finire recentemente distrutta dalle fiamme è stata invece la vettura di una insegnante. Anche in questo caso si tratterebbe di una vendetta ‘ad personam’.
Decine di cassonetti in fumo
Dietro ai roghi dei bidoni della spazzatura di solito non si nasconde un avvertimento, una minaccia o l’ombra della criminalità organizzata. Spesso, ad agire, sono ragazzi annoiati, o veri e propri piromani patologici che provano soddisfazione nel vedere le fiamme. Gesti che rappresentano comunque una minaccia in pieno centro urbano. Nei primi mesi del 2019 sono stati una trentina i cassonetti distrutti ad Alessandria. Dal 2015, nel capoluogo i pezzi andati in fumo sono oltre duecento. Un bel danno, visto che costano circa mille euro l’uno.