Fototrappole e Ream. Ma la discussione si infiamma sul “Salva Alessandria”
Due interpellanze e poi variazioni di bilancio
ALESSANDRIA – I problemi ‘tecnico-informatici’ – che hanno fatto ritardare l’inizio del Consiglio comunale – non sono solo quelli di Palazzo Rosso. Perché a non funzionare ci sono anche le telecamere monitorate dalla Control Room nella sede della Polizia Municipale installate per ‘beccare’ chi abbandona i rifiuti ‘fuori cassonetto’ nelle isole ecologiche di alcune zone del quartiere Cristo e a Cantalupo. “Queste telecamere fisse non sono attive – ha risposto l’assessore Paolo Borasio all’interpellanza del consigliere 5 Stelle, Francesco Gentiluomo – La convenzione inviata da Amag Ambiente alla Polizia Municipale non è ancora stata sottoscritta. Un rallentamento dopo la nota della Corte dei Conti e la richiesta della ragioneria di aspettare il Piano di Riequilibrio”. Discorso diverso invece per le ‘fototrappole‘: “sono tre e vengono spostate su 15 differenti postazioni. Queste hanno prodotto 23 accertamenti per abbandono di rifiuti, 26 anomalie sui conferimenti e 8 notifiche di reato alla Procura della Repubblica”. Troppo poche tre fototrappole per il consigliere pentastellato, vista la “situazione disastrosa della città”. Che chiede di aumentarne il numero. Oltre ad un “maggiore interesse per ripristinare le telecamere fisse, per le quali c’era stata tanta enfasi… che si è rivelata fuffa”.
Liquidazione Ream
Altro tema scottante è quello affrontato da Giorgio Abonante con una interpellanza sulla “liquidazione della partecipata e di come viene affrontata nel piano di sviluppo del gruppo Amag”. La risposta del vicesindaco Buzzi Langhi dà le motivazioni che hanno portato alla scelta della liquidazione di una società che aveva ultimo bilancio 2018 in perdita di 20 mila euro, rispetto agli anni d’oro (dal 2010 al 2014) con fatturato di 400 mila euro. “Il semestrale del 2019 è più positivo, le perdite non aumentano, ma i contratti diminuiscono. Prima si è pensato di cambiare il business, passando da quello del calore a quello della illuminazione pubblica. Ma la società non è in house e avendo partecipazione di privato, non si può fare. Quindi non si poteva che scegliere la strada della liquidazione”. “Non crea debiti e non avendo dipendenti, non lascia a casa nessuno. Scelta che non crea problemi, come invece hanno fatto alcune scelte del passato” con riferimento alla ex Amiu, Atm, Svial. E la discussione si infiamma con il consigliere Abonante.
Ma sul bilancio…
Alla prima votazione su una delle ‘variazioni di bilancio’ (pagamento debiti al Consorzio di Bacino e telecamere piazzale Berlinguer) però la maggioranza ‘va sotto’. Manca il numero legale e si sospende per mezz’ora. Poi si riprende, con discussione su “come spendere i soldi del Salva Alessandria”. Minoranza all’attacco perché “non c’è condivisione” (critica che arriva anche da alcuni gruppi di maggioranza, Forza Italia in testa). Toni duri tra sindaco e minoranza PD (Oneto, Abonante e Rossa). Il Movimento 5 Stelle dichiara il voto contrario e la minoranza di centrosinistra – che lo segue nel voto – apre un botta e risposta e una discussione con il primo cittadino, sui primi 10 milioni destinati al Por Fesr, alla “mancanza di confronto, di progettualità per come vanno spesi, sebbene con visioni diversi. Manca la dialettica giusta”.