Coldiretti Piemonte: “Il settore alimentare traina l’economia regionale”
In controtendenza rispetto all'andamento generale, risulta in aumento il mercato del cibo e le esportazioni
ALESSANDRIA – Arriva dal settore alimentare una bella boccata d’ossigeno per l’economia regionale. Secondo l’analisi effettuata dalla Coldiretti sulla base dei dati Istat – relativi alla produzione industriale nello scorso mese di luglio -, il mercato del cibo risulta ancora in controtendenza rispetto all’andamento generale, segnato dal flop dell’industria in generale (-0,7%). Sul fronte opposto va infatti segnalato l’aumento del 3,2% a fronte di un incremento delle esportazioni dell’agroalimentare nazionale, che fanno registrare il record storico con un balzo del 5,5%. L’analisi effettuata dalla maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana si basa sui dati riferiti al commercio estero dell’Istat nel primo semestre del 2019, rispetto allo stresso periodo scorso anno. Complessivamente sono stati esportati all’estero beni agricoli e alimentari per un totale di 21,4 miliardi nel corso del primo semestre dell’anno. In Piemonte si confermano i dati nazionali: a trainare infatti è il comparto alimentare, si spendono in media 478 euro al mese per la spesa (18%) che, tra le voci, è seconda solo a quanto si spende per l’abitazione (34%).
«L’alimentare è uno speciale indicatore dello stato dell’economia nazionale – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – poiché, anche a livello territoriale, è la voce principale dopo l’abitazione. Dati che evidenziano la capacità del settore alimentare Made in Piemonte di rispondere alla domanda di qualità e tipicità». Particolarmente positivi anche i numeri che riguardano l’export, visto che il 40% della produzione vitivinicola piemontese finisce oltreoceano, nelle tavole statunitensi e britanniche, Stati capofila di un mercato che riguarda anche il Canada e la Russia. L’80% delle mele, inoltre, è particolarmente apprezzata dai Paesi arabi mentre – sempre a proposito della frutta – il 25% delle pesche viene esportata in Germania.
«Per rafforzare e tutelare la presenza del Made in Italy ed in Piemonte sui mercati internazionali è importante trovare le necessarie sinergie tra l’attività diplomatica all’estero e quella economica – concludono Moncalvo e Rivarossa – per cui potrebbe funzionare l’ipotesi di trasferimento delle competenze del commercio estero alla Farnesina. Inoltre, è importante supportare le esportazioni delle imprese con un coinvolgimento delle Ambasciate ed interventi sul piano logistico con trasporti efficienti che ci permettano di portare i nostri prodotti rapidamente da nord a sud del Paese e poi in ogni angolo d’Europa e del mondo, oltre a rimuovere velocemente le barriere non tariffarie che troppo spesso bloccano le nostre esportazioni».