“Si sale davanti”: sul bus cambia tutto (o quasi)
Gli addetti di Amag Mobilità pronti ad insegnare agli utenti il nuovo metodo di utilizzo dei mezzi pubblici. Ci siamo messi in coda anche noi
ALESSANDRIA – È stato il primo giorno di scuola anche per gli addetti di Amag Mobilità, pronti ad insegnare agli utenti il nuovo metodo di utilizzo dei mezzi pubblici. Molto gentili e disponibili con i più anziani, quasi orgogliosi di questa miglioria, nella loro nuova divisa, non si stancano di ripetere come utilizzare biglietti ed abbonamenti. Ci siamo messi in coda anche noi.
Subito il controllo
Il nuovo biglietto assomiglia più al ticket di un parcheggio a pagamento, ma ne avevamo uno vecchio, «E’ valido fino a fine anno, si può obliterare in fondo alla vettura. Ma per salire si deve andare davanti», sottolineano autista e controllore della linea 5 i quali, dopo aver risolto un problema con un abbonamento che la macchinetta faceva fatica a leggere («Mantenete sempre pulita la tessera, potrebbe avere problemi di lettura o smagnetizzarsi»), hanno spiegato ai presenti interessati il nuovo metodo di controllo: «Non ci saranno tornelli, il sistema segna l’ingresso e ricorda la scadenza agli abbonati. In futuro saremmo dotati di un lettore di QR code per capire se il biglietto è stato validato». Nessun blocco se non si paga, insomma, il portoghese che vuole rischiare non pagando il ticket potrebbe comunque salire. Intanto è tutta una informazione su orari, fermate e coincidenze. Una gentilezza a cui non eravamo abituati prima d’ora, ma chissà, alle novità positive facciamo presto a prendere la mano. L’impressione è che comunque non ci sia fretta a voler abituare tutti i passeggeri alessandrini, almeno finché durerà il doppio biglietto. Tant’è che se i bus meno affollati «resistevano» nell’aprire solo le porte anteriori nonostante i meno informati si piazzassero anche dietro, alla vecchia maniera, gli autisti dei mezzi pieni di studenti hanno preferito la praticità alla regola ferrea.
Altro giro
Sulla linea 2 ci sono così tanti ragazzi che a malapena si riesce a salire. Tutte e tre le porte si aprono ad ogni fermata, con buona pace del Bip. Proviamo ad utilizzare il nuovo biglietto: a fatica raggiungiamo il dispositivo, ma sembra che il lettore sia più simile a quello delle casse veloci al supermercato dove si espone lo scontrino per uscire. Prima di trovare la posizione giusta, l’angolazione perfetta perché il raggio verde inquadri il ticket, ci vogliono un po’ di tentativi ed acrobazie, visto l’affollamento. Sono i ragazzi, generazione smart, a suggerirci il corretto movimento che finalmente ci fa convalidare il titolo di viaggio. Ci abitueremo.
Puntualità, next step
Si respira efficienza come nelle grandi città metropolitane brulicanti di passeggeri indaffarati. Ma poi i dieci minuti di ritardo sull’orario esposto sulla palina, il problema di un ragazzo sulla carrozzina elettrica che fatica a salire in vettura, le informazioni telefoniche che latitano fin dalla scorsa settimana, ci riportano con i piedi per terra: è Alessandria, bellezza.
Lunghe code allo sportello per gli abbonamenti ‘smart’
Impossibile chiamare il centralino per avere informazioni sugli abbonamenti e soprattutto sulle agevolazioni in base alle fasce di reddito. Seguendo il risponditore automatico, alla voce «abbonamenti», la comunicazione praticamente cade nel vuoto, o meglio «non raggiungibile». Provando per altre vie un gentile addetto agli orari ci ammonisce: «Si armi di tanta pazienza, allo sportello degli abbonamenti abbiamo la fila che arriva fino fuori sul marciapiede». Fuori di metafora, le persone non erano proprio sulle scale, ma lo sportello era congestionato: poco prima delle 11 del primo giorno dell’era Bip il display contafila segnava il 68.