Parte l’anno scolastico per oltre 46 mila studenti della provincia
Troppi supplenti, pochissimi quelli di sostegno. Manca il turn-over tra il personale
SCUOLA – Sulla scuola che inizia lunedì 9 settembre c’è una notizia buona, ma due cattive. Iniziamo dalle ultime.
L’esodo di quota 100
In aumento le supplenze annuali: il repentino prepensionamenti di docenti e amministrativi non ha permesso la cosiddetta iscrizione a ruolo, l’assunzione. Il risultato: un altro anno di sostituti 1.113 insegnanti pescati dalle graduatorie provinciali dei veterani della cattedra stagionale. Di questi, 461 sono posti «comuni», professori di materie ordinarie, 652 gli insegnanti di sostegno chiamati un po’ in emergenza. E qui veniamo al secondo problema di quest’anno.
Pochi insegnanti speciali
I corsi di formazione regionali per diventare insegnante di sostegno ne sfornano all’anno circa 200, «Ma a livello piemontese il fabbisogno sarebbe di seimila», precisa il provveditore Leonardo Filippone. Va da sé il ricorso a supplenti non specializzati, «Anche se sulla carta non hanno il titolo specifico, negli anni hanno comunque acquisito le competenze necessarie», commentano dalla sede provinciale del Miur. «Più della metà dei docenti di sostegno non sono in possesso della necessaria specializzazione». A porre l’accento su questa anomalia è Carlo Cervi, segretario provinciale di Cisl Scuola. «E’ un problema molto serio che riguarda tanti istituti scolastici alessandrini. Sono solo 510, infatti, i posti coperti da personale di ruolo che ha svolto i relativi corsi di formazione. Circa 580, invece, sono quelli ‘in cattedra’ privi dei dovuti requisiti». I corsi di tirocinio formativo non bastano: «L’Università di Torino ha attivato solo 200 posti che danno accesso ai corsi di formazione: 15 per la scuola materna, 50 per le elementari, 65 per le medie e 70 per le superiori. Numeri del tutto insufficienti».
Meno studenti
Sono 46.418 gli studenti di ogni ordine e grado che si presenteranno all’appello. In diminuzione rispetto all’anno precedente. Potrebbe sembrare un dato preoccupante, ma il Provveditore vede il bicchiere mezzo pieno (e qui sta la buona notizia dell’anno): «A fronte di una riduzione fisiologica di circa 1500 studenti, il numero delle classi è rimasto invariato: 2.355. Il risultato è che abbiamo evitato le classi pollaio, troppo numerose perché sia un ambiente favorevole all’apprendimento. Sono in media 19 gli allievi per classe. A parità di risorse (scarse, nda) ci potrebbe essere miglior redistribuzione e retribuzione del personale. Finalmente, inoltre, abbiamo coperto tutti i posti dei dirigenti scolastici»
Più attenzione agli stranieri
Sono in via di ultimazione le statistiche sugli studenti di prima e seconda generazione che siedono sui banchi delle scuole provinciali. I dati serviranno per avere una panoramica più completa della popolazione studentesca e per poter attivare dei piani didattici personalizzati, in caso di criticità. «I ragazzi nati in Italia si dimostrano molto maturi e attenti perché si trovano a gestire problemi burocratici per conto dei genitori che invece non hanno la padronanza della lingua e degli usi locali», commentano.
Il nuovo Ministro
Su Lorenzo Fioramonti, Filippone per ora sospende ogni commento: «Troppo prematuro per un giudizio», anche se è positivo che provenga già dal mondo della scuola: «Era Sottosegretario al Miur, quindi conosce già la macchina organizzativa e il suo funzionamento. Sarà immediatamente operativo», il commento (speranzoso) del Provveditore.