Caldo: ma quanto ci costa?
Consumiamo più acqua e più energia e rischiamo di pagare di più i prodotti della terra
PROVINCIA – Quanto ci costa il caldo? Consumiamo più acqua, più energia per stare freschi, sia a casa sia in auto. E in caso di siccità rischiamo di pagare di più i prodotti della terra quando gli agricoltori sono costretti ad extra di irrigazione. Il caldo fa star male e ci porta più dal medico, in farmacia o direttamente al pronto soccorso. Con un aumento dei costi per la comunità.
Su Alessandria, riferiscono dal Gruppo Amag, i consumi idrici sono aumentati del 5% rispetto all’anno scorso stesso periodo, mentre in assoluto nel fine settimana diminuiscono del 4% rispetto ai giorni feriali. Stessa cosa sui Comuni della pianura alessandrina. Per quanto riguarda invece l’area acquese si segnala un aumento dei consumi del 6%, con un andamento in calo nel fine settimana come per Alessandria, tranne che ad Acqui e a Ponzone dove i consumi sono stabili sia nei giorni feriali che nei festivi.
Dalla città alla campagna
Si scappa dalla città per andare in campagna in cerca di refrigerio. O per usare la piscina nuova. Dall’Ente governativo che si occupa di rete idrica, l’ex Ato6, fanno notare che si registrano picchi di uso dell’acqua nei week-end nei paesi collinari e di villeggiatura. L’ingegner Adriano Simoni spiega che nelle delle seconde case “c’è chi riempie le piscine o bagna l’orto con la rete potabile, anche se in teoria dovrebbe avere un allacci dedicato per questo tipo di usi. L’uso di acqua aumenta notevolmente, ma per fortuna non ci troviamo ancora in una situazione di crisi”.
Energia elettrica
Inevitabili i picchi nei consumi di energia. Paolo Arrobbio, presidente del Gruppo Amag: “In questi giorni ‘l’impennata’ di utilizzo di energia a livello domestico, soprattutto per l’utilizzo dei condizionatori in gran parte dei locali pubblici, e ormai anche in una parte significativa delle abitazioni, sta comportando certamente dei ‘picchi’ di consumo importanti, e in qualche caso (per fortuna circoscritto, e non specificamente riguardante nostri clienti) l’interruzione temporanea del servizio. Ovviamente anche in questo caso la raccomandazione è la solita: utilizzate tutta l’energia elettrica che serve, specie se necessaria per difendere dal caldo eccessivo bambini, anziani o malati, ma non abusatene. Un utilizzo consapevole delle risorse è fondamentale, e il Gruppo AMAG lo sottolinea da sempre, anche attraverso le proprie scelte aziendali, all’insegna delle buone pratiche e della Responsabilità Sociale in Azione”.
Prezzi alti sugli scaffali
“Le riserve di acqua sono per ora garantite – afferma il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – grazie alle precipitazioni del mese di maggio. Con le temperature superiori ai 35 gradi anche le piante sono a rischio stress idrico e colpi di calore che compromettono la crescita dei frutti negli alberi, bruciano gli ortaggi e danneggiano i cereali”.
Carlo Ricagni, direttore provinciale CIA sottolinea un aspetto: “La stagione si presenta con caratteristiche del tutto particolari, con condizioni che hanno impattato sulla raccolta della frutta e degli ortaggi. Si è creata una diminuzione delle produzioni e un aumento correlato dei prezzi, per la regola di mercato. Cia però evidenzia che l’aumento dei prezzi si trova principalmente nei supermercati e che ad avvantaggiarsi di questa situazione è la parte finale della filiera, e troppo poco la parte produttiva degli agricoltori. I consumatori pagano di più, ma i produttori vedono riconosciuto ben poco di questo aumento di prezzo”.
“Siamo arrivati al punto di consumare energia tanto in inverno per riscaldarci quanto in estate per raffreddarci”. L’ingegner Claudio Lombardi, già assessore comunale, se la prende con l’uso improprio dell’aria condizionata: “Quelle porte spalancate e le temperature glaciali nei negozi non si possono vedere. Purtroppo abbiamo incominciato a prendere coscienza del risparmio energetico nelle abitazioni solo dagli anni 2000, quando si è incominciato a parlare e ad agire in materia di efficienza energetica a tal punto che il climatizzatore non è necessario”. Purtroppo, continua Lombardi, “la maggior parte delle abitazioni è stata progettata negli anni in cui non esisteva una sensibilità in questo senso, o forse non si avvertiva il problema. Non dico di arrivare alla cosiddetta casa passiva in cui l’energia necessaria viene prodotta autonomamente, ma servirebbero maggiori accortezze. Bisognerebbe intervenire sulle case costruite”. Che ci sia finalmente una rivalutazione delle trunere, le tipiche case in terra cruda della pianura alessandrina? Così com’erano costruite rimanevano fresche anche sotto il solleone (o quasi).
Clima sempre acceso
Per raffreddare l’auto lasciata al sole, va da sé, che il gesto più spontaneo sia quello di accendere l’aria condizionata. O meglio, il climatizzatore. “Le auto moderne hanno il sistema di climatizzazione sempre accessi, sia in estate sia in inverno – commenta Fabiano Vandone – Non è più un elemento che crea particolari consumi stagionali. Ormai i clima lavorano continuamente all’accensione del motore, con funzioni diverse di disappannamento del parabrezza in inverno e per rinfrescare l’abitacolo nelle giornate calde”. In ogni caso – sono d’accordo sia Vandone sia Lombardi – il consumo di carburante incide tra il 3 e il 5%, in base al tipo di vettura. Meno è potente e più ne risente.