Dna e anagrafe canina: oltre 200 mila euro di progetto. “Sono scelte politiche”
L'esempio di Carmagnola in commissione
POLITICA – Seconda puntata per la mozione presentata dal capogruppo di maggioranza di SiAmo Alessandria, Giuseppe Bianchini, tesa a combattere il problema dell’abbandono delle deiezioni canine con le analisi del Dna, insieme all’istituzione di una anagrafe canina e ad altri piccoli accorgimenti – d’obbligo però – come guinzaglio, museruola e bottiglietta d’acqua e carta oltre che sacchetti per raccogliere le deiezioni per strada.
L’esempio che è arrivato in commissione è quello del comune di Carmagnola: l’assessore leghista Massimiliano Pampaloni sta sperimentando il progetto supportato sotto l’aspetto tecnico-scientifico dell’operazione dall’Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. “Siamo al primo step, quello di realizzazione della banca dati anagrafica dove sono stati dati ai cittadini dieci mesi per fare fare il tampone e quindi rilevare il Dna del proprio cane. Con gli step successivi arriveranno poi le sanzioni per chi non si mette in regola”. Quello che è stato detto sin da subito a chiare lettere dall’assessore è che si tratta di “scelta politica”: “noi tra 150 mila euro di mostra di Picasso e questo progetto, per cercare di fermare l’abbandono di rifiuti, quali sono anche le deiezioni canine, abbiamo fatto la nostra scelta. Abbiamo deciso su cosa puntare. Ovviamente abbiamo fatto convenzioni con Enpa, con l’Istituto zooprofilattico che segue tutto il processo”.
Alessandria: 90 mila abitanti, 12 mila i cani con microchip. Almeno altri 2000 che invece non sono registrati. Il costo è di 20 euro per cane: quindi oltre 200 mila euro necessari per realizzare questo progetto sperimentale. “Forse vista la condizione di Alessandria, serve darsi delle priorità” sono state subito le parole di freno del Movimento 5 Stelle. Anche perché queste sono le differenza tra Carmagnola e Alessandria: 96 chilometri di estensione il primo comune, 204 km Alessandria che si sviluppa in 14 sobborghi, con tre soli ispettori ambientali a disposizione e meno di 70 vigili urbani (rispetto i 140 che dovrebbe avere). Carmagnola ha 4 borghi e 14 frazioni e 16 vigili urbani: “che comunque hanno altro da fare, quindi noi questo controllo sul territorio lo abbiamo affidato alle guardie zoofile”.
“E’ vero la differenza c’è, ma resta sempre una questione di scelta: questo è un progetto importante, che non significa prioritario. Sicuramente serve del tempo, perché servono forze (lavoro) ed economiche. Bisogna darsi tempo, questo sì” ha proseguito l’assessore del comune piemontese Pampaloni. Rispondendo anche alla proposta di Michelangelo Serra dei 5 Stelle, che per il momento storico di Palazzo Rosso ha azzardato a puntare oggi “su una migliore comunicazione ai cittadini. Su una campagna informativa di educazione. Senza avventarsi su strade repressive (e in questo momento costose)”. Che forse nel rapporto “costi-benefici non sono nemmeno adatte alla città” come ha commentato il consigliere Ravazzi (Lega). “Se però si continua a sperare che fare affidamento su Regolamenti che fanno leva sull’educazione portino a qualcosa… si spera male” è stato il commento schietto dell’assessore di Carmagnola. La forza di questa operazione sta proprio nel fatto che si basa sulla “scienza”.
Molto più duro è stato il capogruppo di Forza Italia, Maurizio Sciaudone: “noi abbiamo tanti problemi: invasione di piccione in via Venezia, vicino all’ospedale. Oppure i ‘dehor’ selvaggi, che spesso non permettono nemmeno alle persone con disabilità di poter passare su marciapiedi e strade. E la sosta selvaggia?”Non possiamo pensare, almeno oggi vista la mancanza di disponibilità economiche a maggior ragione, di concentrarci su problemi che non sono così sentiti dalla città e dai cittadini”. Che però non è del tutto vero a detta dell’assessore Pampaloni: “sono questioni che interessano il mondo del commercio, ad esempio, con i negozianti che ogni mattina devono pulire e buttare secchi di acqua per pulire le deiezioni che trovano davanti alle loro vetrine”.
“Io non ho dubbi che col tempo anche Alessandria arriverà a farlo” ha concluso l’assessore del comune piemontese che nel ribadire il ruolo delle scelte della politica e delle amministrazioni ha chiosato con un “gli amministratori che hanno coraggio vengono ricordati, gli altri cambiati”. Per Alessandria i problemi sono di “personale e di risorse” come ricordato da Roberta Taverna, dell’ufficio Welfare Animale che insieme all’assessore Giovanni Barosini hanno tenuto a precisare la “non competenza” della materia trattata: si tratta di igiene, ambiente, decoro urbano e salute pubblica. “Perché i dirigenti competenti non ci sono in commissione?”.