Truffa aggravata: condanna e assoluzione
La parte lesa raccontò di aver sborsato oltre centomila euro credendo di far togliere il malocchio alla figlia
VALENZA – Erano finiti a processo per truffa aggravata. Nei guai Felice Cagnina, 46 anni, (assistito da Monica Formaiano) e Maria Restivo, 67 anni, difesa da Manuela Moretto, rispettivamente nipote e zia di Valenza.
La parte offesa, assistita dall’avvocato Massimiliano Borsalino, aveva presentato querela nel 2015: aveva raccontato di aver consegnato 12 mila euro per pagare le preghiere di religiosi lombardi, ne consegnò 7 mila, e poi ancora 33 mila per implorare la grazia per la figlia, altri 11 mila per invocare le pratiche di un esorcista. Una parte offesa spaventata, con la paura che un male la colpisse.
La donna, 65enne, aveva raccontato di aver sborsato più di centomila euro credendo di far togliere il malocchio a una delle figlie. Gli imputati hanno sempre negato. E secondo i difensori mancavano le prove di quel racconto.
Nei giorni scorsi la sentenza: Felice Cagnina è stato condannato a un anno e un mese (con i doppi benefici di legge), mentre Maria Restivo è stata assolta per non aver commesso il fatto. I danni dovranno essere quantificati in separato giudizio civile. Lette le motivazioni della sentenza non è escluso che il legale di Cagnina presenti appello.