Luese, Viganò da presidente a tifoso
Sei anni dopo cambia il ruolo, ma non la passione del ‘Mago’
Sei anni dopo cambia il ruolo, ma non la passione del ?Mago?
Sei anni dopo Sergio Viganò saluta. Ma resta. Alla Luese, la società del cuore. Che ha guidato dal 2013, da quella riunione alla Pro loco di Cuccaro, una ventina di dirigenti, una nuova ‘squadra’ guidata dal ‘mago’, passione, qualità e prestigio, spesso le telecamere di Sky e Rai a celebrare la piccola società e i molti amici ospiti, Mancini e Mihajlovic e non solo. Una vetrina importante anche per il paese, conosciuto ovunque: il paese della squadra del ‘Viga’. Sergio ha deciso di passare il testimone: non più presidente, ma super tifoso sugli spalti, sempre vicino, ma adesso la gestione della squadra passa ad altri. I motivi? Viganò ha scritto una lunga lettera, anche la salute certo conta, “la prima ragione, ma ce ne sono altre”, anche se, prima di tutto, ci sono i ricordi, “emozioni, vissute soprattutto con il gruppo. Non serve fare elenchi, chi c’è stato dall’inizio, chi si è aggiunto, chi c’è sempre lo sa. Nei molti anni di lavoro nello sport sono nate amicizie, continuamente alimentate, e fanno parte della mia vita. Non ho mai cercato visibilità, notorietà solo per me: il mio impegno – racconta Viga – è stato, sempre, per far crescere un progetto di sport che si chiama Luese, con il mio impegno personale, anche economico. Per me il calcio è agonismo, mai antagonismo”. Un doppio appello, “alla nuova amministrazione: c’è bisogno di collaborazione. In questi anni promesse fatte e non mantenute o rimandate”. E al pubblico, “solo una decina di luesi sugli spalti per ogni gara è davvero poco, chi lavora a questo progetto merita di più. Io ci sarò sempre, magari non al campo, ma in tribuna sempre”.