Forte Guercio difeso dal portone invalicabile. I centri sociali ad Alessandria
ALESSANDRIA – Arrivare al Forte Guercio non è difficile. Entrarci è impossibile, visto che il primo elemento difensivo è un portone che sembra indicare l’ingresso al girone dantesco dell’Inferno. Il forte Guercio è occupato dal 6 ottobre 1993. Solo quindici giorni fa, durante il fine settimana, ha ospitato oltre un migliaio di persone. E la sicurezza? «Non è mai capitato nulla, perché farlo ora», spiega chi ci apre la porta per pochi minuti, sufficienti per notare due grossi cani che ci corrono incontro con fare non amichevole.
La mappa degli stabili occupati ormai da anni è nota, ed estesa
Sono luoghi in cui si fa cultura e si dà un’attenzione particolare agli «ultimi», oppure sono solo edifici occupati, o condonati, tra l’indifferenza delle Istituzioni che in questi ultimi decenni, per non avere grattacapi, hanno chiuso un occhio e firmato convenzioni con poca convinzione?
Priorità all’abusivismo abitativo
Il sindaco di Alessandria, Gianfranco Cuttica di Revigliaso, interviene sul tema ponendo l’accento sulle priorità: prima di tutto affrontare l’abusivismo abitativo, «perché limita il diritto di altri alla casa, impedendo la regolare assegnazione». Il primo cittadino ha effettuato mercoledì un sopralluogo nel nuovo ostello che riserverà otto posti letto a donne e mamme in difficoltà (approfondimenti a pagina 11). «In seguito saranno presi in esame gli altri casi – spiega – che interesseranno strutture non direttamente di proprietà del Comune, ma demaniali come i forti, o regionali come l’ex Ipab».
Laboratorio nell’ex Caserma
Festeggia i dieci anni di attività il Laboratorio Sociale, recuperato in un’ala della vecchia sede dei Vigili del Fuoco. A parte i primissimi giorni di insediamento non si può parlare di occupazione perché esiste tutt’oggi una convenzione con la Provincia (proprietaria dei muri) per l’uso a tempo indeterminato, luce e acqua comprese. Il riscaldamento, invece, è stato tagliato.
«Un mesetto fa abbiamo incontrato il presidente Baldi», ricorda Claudio Sanita, uno degli storici attivisti alessandrini, «L’edificio è in via di alienazione, probabilmente nel 2022, sempre che si trovino acquirenti». In ogni caso, fa capire, non sarà un trasloco facile. All’interno vengono svolte varie attività, culturali, ricreative e sportive (la palestra «antirazzista» Uppercut, ovviamente nella vecchia palestra dei pompieri). Sotto varie forme è ospitato il Movimento per la Casa che lotta per un tetto per tutti («Abbiamo un paio di stanze adibite a dormitori per le gravi emergenze»)
Gli anarchici «legali»
Storici occupanti di Forte Guercio prima e di una casa in via Scazzola poi, anche il gruppo del PerlaNera di via Tiziano si trova in una situazione tra color che son sospesi.
Mesi fa avevano ricevuto per conoscenza una missiva in cui si chiedevano gli affitti arretrati dalla Ferrovia.
Salvatore Corvaio ripercorre la storia: «Siamo qui da più di 15 anni e beneficiamo di un comodato gratuito dalla Provincia. Non abbiamo però ricevuto più alcuna notizia», conclude Corvaio, indeciso se sia o meno una buona notizia.
«In ogni caso se sgomberano qualunque dei centri autogestiti in città ci troveranno pronti all’opposizione», ammonisce.
Crocevia abbandonato
Il centro sociale all’interno di Forte Acqui – prima casa dei Disobbedienti – è stato riconsegnato nell’autunno dell’anno scorso, dopo una regolare disdetta di sei mesi e dopo aver pagato le utenze, precisano da Palazzo Rosso. L’edificio a tutt’oggi è immerso nelle erbacce e chiuso al pubblico da cancelli lucchettati. L’assessore Giovanni Barosini promette un sopralluogo in tempi brevissimi per verificare tutta l’area dell’ex Forte militare per pensare ad un suo riutilizzo, o riqualificazione. E valutare una eventuale «nuova vita», nello stesso luogo in cui era stata organizzata la Festa della Semina (di cannabis).
L’impulso del Ministro
«Ho sempre pensato che fosse giusto riutilizzare strutture di proprietà pubblica a fini sociali e ricreativi – interviene Emanuele Locci, presidente del Consiglio Comunale alessandrino -. Ovviamente questo deve avvenire nell’ambito della legalità e della collaborazione con le istituzioni che hanno la proprietà dei beni in disuso e deve produrre benefici pubblici e non disagi. Molte occupazioni, oltre ad essere illegali, rappresentano invece fonte di fastidio quando non di pericolo per i cittadini. Il Forte Guercio, ad esempio, occupato abusivamente da decenni, organizza spesso dei rave party che richiamano migliaia di persone da ogni parte d’Europa senza il rispetto di alcuna norma di sicurezza per chi partecipa e creando danni e sporcizia alle strade ed alle aiuole pubbliche oltre a disturbare gli incolpevoli residenti. L’ex asilo del Monserrato, l’ultima delle occupazioni, sta rubando alla città uno spazio che potrebbe essere finalizzato ad iniziative sociali per tutti, a dare spazi alle associazioni di volontariato che da anni aspettano legalmente un luogo in cui essere ospitate. L’ex caserma dei Vigili del Fuoco in via Piave e la Palazzina della Ferrovia in via Tiziano, entrambe di proprietà della Provincia, sono state occupate abusivamente salvo poi essere riconosciute con uno pseudo-comodato durante l’amministrazione di Rita Rossa, a spese dei cittadini. Su queste realtà, anche alla luce dell’impulso offerto dal Ministro dell’Interno, auspico che l’azione del Prefetto, del Questore, del Presidente della Provincia e del sindaco di Alessandria possano trovare una concretizzazione nello sgombero e nella restituzione alla collettività di questi spazi pubblici».
Facciamo quello che le istituzioni non fanno
La risposta è sempre la stessa: «Facciamo cultura dove le istituzioni latitano» è la difesa-denuncia dei collettivi che gestiscono autonomamente in maniera più o meno codificata gli spazi comunemente chiamati «centri sociali».
Alla Casa delle Donne, ultimo baluardo della autodeterminazione socioculturale rincarano la dose e ricordano ai detrattori: «Alessandria in particolare è piena di edifici vuoti, pubblici, spesso recuperabili. Ma rimangono tali, in balia dell’incuria e del degrado progressivo».
Gli fanno eco quelli del Perla Nera: «A metà giugno organizziamo come ogni anno il meeting Senza Stato con eventi, letture, musica. Il circolo è diventato una galleria d’arte permanente un luogo per cineforum e presentazione di libri». Sempre a tema anarchico o quasi, s’intende. «Beh, cerchiamo di ospitare artisti in linea con le nostre idee…»
Al Forte Guercio la musica rave è di casa quasi ogni fine settimana, catalizzando l’attenzione di centinaia (a volte migliaia) di persone, mentre al Laboratorio Sociale sono orgogliosi dei corsi di italiano per stranieri, riconosciuti e quindi certificati: «Abbiamo un migliaio di persone all’anno che frequentano».
Non si possono dimenticare i grandi concerti che nei dieci anni di vita hanno caratterizzato l’attività ricreativa del centro in via Piave. Da Elio e Le Storie Tese agli ultimi, Finardi, Modena City Ramblers e Omar Pedrini. «Saranno passate diecimila spettatori in tutti questi anni», contano a spanne.
Ma la critica di chi non digerisce queste attività «borderline» è chiara: operano in un regime di concorrenza sleale perché possono disporre di sedi importanti senza pagare; godono di una certa impunità delle istituzioni, perseverando in attività che avrebbero bisogno di licenze, autorizzazioni e adeguamenti.